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Un Natale al Sud

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Rosanna Donato30 novembre 2016Voto: 4.0
 

  • Foto dal film Un Natale al Sud
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Come ogni Natale, da diversi anni oramai, arriva l’immancabile appuntamento con il cine-panettone, che questa volta vede interpreti principali Massimo Boldi, Biagio Izzo, Anna Tatangelo, Paolo Conticini, Debora Villa, Barbara Tabita, Enzo Salvi e altri volti noti del piccolo schermo.

La storia vede intrecciarsi la vita di diversi personaggi: Peppino, un carabiniere milanese, e Ambrogio, un fioraio napoletano, insieme alle amate mogli Bianca e Celeste, festeggiano il Natale nella stessa località turistica. È durante queste feste che le coppie di genitori scoprono che i rispettivi figli, Riccardo e Simone, sono fidanzati con due coetanee: Giulia e Ludovica. Tutto molto bello se non fosse che i quattro innamorati non si sono mai incontrati dal vivo! Decisi a mettere fine a questa pratica di “amore virtuale”, che proprio non riescono a capire, Peppino e Ambrogio riescono a far partecipare i ragazzi all’evento annuale di ritrovo degli utenti di “Cupido 2.0” l’app per incontri che ha visto sbocciare l’amore tra i giovani. Ma per far funzionare il piano dovranno partecipare anche i genitori! L’evento si rivela però una bolgia infernale dove tra utenti ex virtuali a caccia di amori reali, una fashion blogger infatuata e un web influencer complessato, le due coppie perdono la bussola mettendo in crisi i loro matrimoni e le storie dei figli. Ma siamo così sicuri che le storie d’amore di una volta fossero più vere di quelle 2.0 di oggi?

C’era chi un tempo faceva del cine-panettone un evento natalizio da non perdere: si andava al cinema per divertirsi, entusiasmarsi e sì, anche emozionarsi grazie a piccole e grandi battute. Il problema è quando non vi è una sceneggiatura abbastanza solida da contenere queste potenzialità. È il caso di “Un natale al sud” che vanta un cast d’eccezione, comprendente attori che hanno fatto della comicità la loro vita. Eppure, in questo caso, non sono riusciti ad essere credibili come accadeva - almeno in parte - anni fa con i diversi “Natale a... ”. Tutto appare fin troppo piatto e forzato, come se il regista avesse voluto riempire dei buchi o allungare il brodo: alcune battute non hanno senso di esistere, sono presenti situazioni eccessivamente surreali e altre sono decisamente ridicole, a dir poco imbarazzanti.

Dopo anni di cine-panettoni, è normale aspettarsi sempre qualcosa di nuovo, di più innovativo, che superi gli anni andati e proponga argomenti attuali sui quali ridere. Il regista ci ha provato ma non ha ottenuto il risultato sperato: nel film, infatti, è centrale il tema dei social media e l’uso che i giovani (in particolare) ne fanno. Il problema non è che negli ultimi tempi si sta parlando fin troppo - soprattutto nel cinema - del fenomeno social, anche se in effetti non è certo un argomento innovativo da trattare, ma la recitazione degli interpreti ai quali è affidato il colpito di rendere la parte comica. Si tratta di due youtuber di professione (anche nella realtà) che non hanno mai recitato prima in un film. Da lodare è infatti il fatto che ci abbiano provato, anche se con scarsi risultati.

Per quanto riguarda gli attori principali, non hanno aggiunto niente di nuovo a quello che abbiamo visto in precedenza: le stesse gag, gli stessi modi di fare e di comunicare. Nella pellicola, infatti, si nota il confronto generazionale tra i linguaggi e i comportamenti adottati dagli interpreti più giovani e quelli usati dai più ‘navigati’. La recitazione delle nuove arrivate (Barbara Tabita e Debora Villa), invece, risulta un po’ troppo sopra le righe, anche se in realtà tutti sono fuori parte. Assistiamo inoltre alla prima apparizione cinematografica di Anna Tatangelo che, ahinoi, non ha dato grande prova di sé.

La comicità dovrebbe essere il punto di forza di “Un natale al sud”, ma qui le battute sono scadenti, ripetitive, talvolta inutilmente volgari e raramente suscitano un sorriso (non possiamo parlare certamente di grasse risate). C’è da dire anche che il tema principale dovrebbe essere il Natale, ma in realtà ci sono solo due momenti in cui capiamo che si tratta di quel dato periodo dell’anno: il momento iniziale e quello della consegna dei regali e quel poco di neve che si vede a fine film.

Per tutti i motivi negativi sopracitati il giudizio sul cine-panettone “Un Natale al sud” non può che essere negativo e non ci sentiamo di consigliarne la visione; infatti, pur essendo un lungometraggio volto al puro intrattenimento, se non si ha nulla da dire a volte è meglio tacere o semplicemente non esagerare. In ogni caso se andate a vederlo restate fino alla fine dei titoli di coda: c’è una piccola sorpresa finale.


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