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Un amore all'altezzaLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Rosanna Donato26 agosto 2016Voto: 7.5
“Un amore all’altezza” è il nuovo film diretto da Laurent Tirard (Le vacanze del piccolo Nicolas) che vede protagonista Virginie Efira, conosciuta al grande pubblico per aver preso parte alla pellicola “Per sfortuna che ci sei”. Ad affiancarla è Jean Dujardin, visto di recente in “The Wolf of Wall Street”, “Monuments Men” di George Clooney e “French Connection”. L’attore francese, affetto da nanismo, è caratterizzato da uno charme in grado di attrarre qualsiasi femmina, anche Diane: una donna molto bella. Un brillante avvocato, spiritosa e determinata, che ha appena messo fine a un matrimonio che non la rendeva felice. Ora si sente pronta a incontrare l’uomo della sua vita. Guarda caso, un bel giorno Diane riceve una telefonata da un certo Alexandre, che ha trovato il suo cellulare. Durante la loro conversazione telefonica accade qualcosa. Alexandre è garbato, spiritoso e a quanto pare anche colto. Diane ne resta affascinata. Ben presto fissano un appuntamento. Ma il loro incontro non andrà affatto come previsto.
Quanto può incidere un difetto fisico nella scelta del proprio partner per la vita? Quanti pensano che l’apparenza non è tutto? Quanti credono nell’amore in grado di superare qualsiasi difficoltà? Lo sostengono tutti, ma quando ci si trova di fronte a questa decisione in pochi riescono a mettere da parte l’opinione della gente in favore della propria felicità. E’ proprio quello che succede alla protagonista della storia, la quale si ritrova a dover combattere contro sé stessa, gli stereotipi a cui è stata abituata fin dall’infanzia e la propria famiglia per coronare il suo sogno d’amore. E se fossi costretto a fingerti un’altra persona, a credere che tutto sia come dovrebbe essere, a non dare peso al giudizio degli altri per essere felice? Questo è quello che accade ad Alexandre, affetto da nanismo, che vive il suo difetto di statura (è alto 1.36 cm) con molta ironia, o almeno così vuole far credere a chi lo circonda. La prima cosa che viene da pensare quando si assiste alla sua immensa capacità di sdrammatizzare sulla sua condizione è la grande forza d’animo di cui è dotato. Il pubblico, infatti, non potrà fare a meno di stimarlo come persona, anche se spesso - come vedrete - quest’ultimo sarà portato a confrontarsi con il suo malessere interiore, che a tratti traspare. Entrambi gli attori sono perfettamente in parte: lei, dotata di un’espressività con la quale riesce a rendere al meglio il suo stato d’animo, soprattutto al primo desiderato incontro; lui, che con molta nonchalance usa un linguaggio capace di entrare nel cuore delle persone e di emozionare anche più dei suoi sguardi. Altro ruolo degno di nota è quello dell’assistente di Diane, Coralie, interpretata da Stéphanie Papanian, la quale con le sue battute e il suo tipico atteggiamento da segretaria è in grado di suscitare forti e sane risate. Laurent Tirard ha dato vita a una pellicola brillante, che mette in luce quanto le differenze possano avere un peso, a volte eccessivo, nella vita delle persone. La trama in sé è intelligente e per nulla scontata, soprattutto se si pensa che ciò può riguardare la vita di ogni spettatore. Nessuna battuta è lasciata al caso, così come nessun personaggio presente è fuori contesto: ognuno di essi ha un ruolo ben preciso nella narrazione. Le scene che si susseguono, incorniciate da una colonna sonora a tratti movimentata e a tratti più lenta e romantica (in base alle situazioni che si presentano) mantengono un ritmo incalzante (per una commedia francese) e spesso affrontano l’importanza dell’accettazione l’uno dell’atro e di se stessi e mettono in evidenza quanto la società percepisca il ‘diversamente normale’ come qualcosa da cui prendere le distanze. Dalla pellicola, che mette in risalto le perplessità che possono nascere nel corso di una relazione particolare e la paura di del giudizio altrui con conseguente imbarazzo, emerge quanto l’amore sia capace di far fare alle persone cose che non avrebbero mai fatto in vita loro, come lanciarsi da un aereo con il paracadute. Altro aspetto sul quale il film permette di riflettere è il rischio in cui si potrebbe incorrere quando si accettano appuntamenti al buio, che - come sappiamo - spesso nascondono degli inconvenienti: saranno poi le persone a decidere se ne vale la pena o meno. Il lungometraggio è consigliato a tutti gli spettatori che hanno voglia di passare una serata tranquilla e all’insegna della leggerezza, ma anche a coloro che apprezzano le commedie volte alla riflessione. La frase dal film:
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