Il treno per il Darjeeling
"Io ho sempre voluto realizzare un film su un treno, perché mi piace l'idea di una location in movimento, che procede in parallelo con la storia. D'altronde, avevo già ambientato un film su una nave".
Parole del regista Wes Anderson, il quale, dopo aver descritto in maniera tragicomica le vicissitudini dell'amore e delle relazioni familiari nella scuola superiore di "Rushmore" (1998), negli ex geni de "I Tenembaum" (2001) e nella nave specializzata in esplorazioni marine de "Le avventure acquatiche di Steve Zissou" (2004), torna sull'argomento con "The darjeeling limited, nato da tre suoi interessi personali: i treni, l'India ed i fratelli. Si comincia quindi con un particolare ed interessante prologo che vede protagonisti Jason Schwartzman ("Guida galattica per autostoppisti") ed un'abbondantemente nuda Natalie Portman ("V per vendetta"), il quale, però, diffuso solo nei festival, su internet e tramite il dvd, non fa parte della versione del film destinata alle sale cinematografiche.
Ritroviamo poi l'attore nei panni di Jack, accanto ai fratelli Francis e Peter, rispettivamente con le fattezze di Owen Wilson ("2 single a nozze") e Adrien Brody ("Il pianista"), insieme ai quali, dopo un'assenza di dialogo durata un anno, pianifica un viaggio in treno verso l'India, al fine di ritrovare se stessi ed il legame reciproco che avevano un tempo.
Una "ricerca spirituale" di cui entrano a far parte in maniera imprevista ed esilarante antidolorifici senza prescrizione, sciroppi indiani per la tosse e fastidiosi spray al peperoncino, fino al momento in cui i tre si ritrovano soli e bloccati in mezzo al deserto, con tanto di undici valigie, stampante e macchina rilegatrice. Al di là delle diverse situazioni divertenti, però, infarcite d'insolita ironia grottesco-demenziale adatta forse soltanto ad una piccola fetta di pubblico, nei lavori di Anderson, che qui, pur senza eccellere, fa meglio del disastroso "Steve Zissou", bisogna principalmente badare alla messa in scena, caratterizzata da una minuziosa attenzione per la disposizione ed i colori degli oggetti all'interno del quadro di ripresa, la quale finisce per rendere geometricamente perfette le immagini; un po' come case di bambola in cui disporre giocattoli-attori dal taglio vagamente (???) fumettistico, se non addirittura da cartoon, tra i quali troviamo anche gli immancabili Bill Murray ("Lost in translation-L'amore tradotto") e Anjelica Huston ("La famiglia Addams").
Mentre il tutto viene commentato da una splendida colonna sonora costituita da pezzi del calibro di "Powerman" dei Kinks, "Where do you go to (My lovely)" di Peter Sarstedt e "Play with fire" dei Rolling stones.

La frase: "Hai intenzione di bere tutto lo sciroppo per la tosse?" "E' un modo stupido per ubriacarmi"

Francesco Lomuscio

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