22 Giugno 2012 - Conferenza
"The Amazing Spider-Man"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio

Se ne era parlato per moltissimo tempo, fin da quando, nel neanche lontano 2007, uscì nelle sale quello "Spider-man 3" di Sam Raimi in cui l'ottimo Tobey Maguire si trovò per l'ultima volta ad indossare il costume del supereroe Marvel creato da Stan Lee e dotato dei sensi e delle capacità di ragno.
Solo cinque anni dopo, sebbene più volte si fosse parlato di un quarto capitolo e, addirittura, del fatto che la conclusione della serie sarebbe avvenuta esclusivamente dopo un settimo film, l'Uomo ragno si è deciso a tornare sullo schermo non in un sequel, bensì in "The amazing Spider-man" di Marc Webb, vero e proprio reboot volto a raccontare le avventure adolescenziali del protagonista Peter Parker.
Protagonista che ha ora le fattezze dell'Andrew Garfield di "Leoni per agnelli", preso ad affrontare Lizard, mostruoso alter-ego rettile del dottor Connors incarnato da Rhys Ifans, e che viene affiancato dalla Emma Stone di "The help" nei panni della Gwen Stacy per la quale perde la testa.
E, proprio in occasione dell'uscita della pellicola nelle sale cinematografiche italiane, i tre hanno incontrato a Roma la stampa insieme al regista e ai produttori Avi Arad e Matt Tolmach.


In che modo vi siete approcciati al personaggio per realizzare questo nuovo film su Spider-man?
Marc Webb: Io credo che Spider-man sia un personaggio iconico e leggendario, in quanto, a differenza di Harry Potter e simili, è in giro da cinquant'anni. La storia che raccontiamo in questo film è diversa da quelle dei lungometraggi precedenti perché, per esempio, spiega cosa è successo ai genitori di Peter Parker. Ho cercato di adottare un tono che fosse più con i piedi per terra, più naturalistico.

Per questo film vi siete ispirati in particolare al fumetto "Ultimate Spider-man"?
Marc Webb: L'inizio di questo film è stato complesso, con molte sfumature, perché volevamo realizzare un'opera indipendente dalle altre pellicole. Non è un adattamento filologico della serie "Ultimate Spider-man", anche se ha costituito una grande ispirazione per diverse dinamiche, in quanto abbiamo parlato molto con Andrew Garfield del fumetto. Per Gwen Stacy abbiamo preso diversi elementi della versione originale del personaggio.

Una volta firmato il contratto per girare il film, avete avvertito la pressione di rispettare i vostri personaggi? Quale è il vostro rapporto con i fan?
Emma Stone: Io penso che ci sia una grandissima responsabilità nei confronti dei fan di Spider-man, ci ho riflettuto fin dall'inizio. Ero venuta fuori da "The help", che mi ha permesso di imparare come svolgere il migliore lavoro possibile per dare vita ai miei personaggi. Da bambina avevo letto i fumetti di Spider-Man, ma non conoscevo Gwen Stacy, quindi non potevo soddisfare tutti i suoi fan, ma solo fornire la mia personale versione del personaggio. Comunque, per quanto riguarda il rapporto con i fan, non penso mai alla parola "fan", ma capisco quelli di "Spider-man", perché, da poco, lo sono anche io.
Andrew Garfield: Io credo che i fan di Spider-man siano il pubblico più importante. Ho sentito una fortissima pressione nell'indossare quel costume, in quanto io sono un fan di Spider-man da quando avevo tre anni, ma era una pressione fantastica.

Qui non sembra ancora esservi il senso di responsabilità di Spider-man…
Marc Webb: Mi piace l'idea del personaggio che si evolve lentamente e capisce, se sono varie parti della storia che aiutano Peter a imparare. Vedremo cosa accadrà in futuro, mi piace l'idea di lasciare al personaggio lo spazio per crescere nei prossimi film.

Come ha costruito Rhys Ifans il personaggio di Lizard? Ricorda un po' il dottor Jekyll, un po' Batman…
Rhys Ifans: Innanzitutto, Bat chi? (ride). Sia Marc che io volevamo impegnarci per non presentare il dottor Connors come uno scienziato pazzo fin dall'inizio. Infatti, inizialmente è uno che vuole fare del bene all'umanità e che conosceva bene la famiglia di Peter. In film come "Il dottor Jekyll e Mr Hyde" c'è una sorta di magia rappresentata da ciò che accade al di là della scrivania dello scienziato, quando vi cade dietro e riappare. Ecco, noi abbiamo voluto mostrare cosa accade dietro quella scrivania: abbiamo di fronte un uomo che guadagna il braccio, ma perde la testa.
Marc Webb: Io credo che sia stato un percorso divertente da seguire, vedere questo svolgersi lento del personaggio. il percorso del personaggio, esplorare la sua pazzia che si fa strada piano piano.

Come vi siete rapportati dal fumetto al film? Vi siete confrontati con i film di Raimi?
Marc Webb: Io credo che Sam Raimi abbia fatto qualcosa di molto bello per quanto riguarda il rimanere fedele ai fumetti originali. Noi volevamo utilizzare un linguaggio diverso, avere più sfumature, e abbiamo puntato soprattutto sulle interpretazioni degli attori. Per questo, li cercavamo capaci di dare una performance naturale.

Durante la realizzazione, ci sono stati elementi di cui i produttori hanno detto a Marc che sarebbe stato impossibile concepirli?
Avi Arad: Praticamente, ogni giorno (ride). Credo che abbiamo un team unico e l'impegno verso Spider-man dura da dodici anni. Ci ha fatto molto piacere avere un cast innamorato dal personaggio, in quanto abbiamo delle foto di Andrew a tre anni che indossa il costume di Spider-man e anche Emma si è immersa in Gwen Stacy. In questo modo, la lavorazione diventa facile.
Matt Tolmach: Girare il film in 3D ha cambiato in un certo senso il piano della lavorazione. All'inizio era pesante, ma è stato affascinante ed era anche un modo per far sì che le persone provassero qualcosa insieme al protagonista.

In un momento in cui nel mondo si vive per se stessi, si sente la necessità di un personaggio come Peter Parker, che rinuncia anche all'amore per il bene dell'umanità?
Andrew Garfield: Non ho mai avuto idea di cosa fosse veramente Spider-man finché non l'ho interpretato. E' un leader, il capo della sua tribù e ha una forza interiore che, però, non corrisponde a quella esteriore. Peter Parker mette da parte i propri bisogni per gli altri, ha una grande empatia per le vittime ed il fatto che sia orfano, il suo percorso di crescita, fanno in modo che diventi un eroe. Effettua un viaggio che lo porta ad aiutare gli altri, attraversa eventi tragici, anche con senso dell'umorismo.

Cosa pensate degli esperimenti genetici?
Andrew Garfield: Ho la mia opinione, sono favorevole solo se effettuati in modo umano, senza fare del male agli animali e a nessuno.
Rhys Ifans: Io credo che il dottor Connors e il suo alter-ego Lizard abbiano un profondo legame emotivo con Peter Parker e gli comunicano che viviamo in un mondo in cui gli sviluppi della scienza, a volte, sono così veloci che spesso non c'è il tempo di parlare dei loro sviluppi etici e morali. E, spesso, si tratta di sviluppi piegati a interessi di parte.
Emma Stone: La ricerca sulle cellule staminali produce risultati positivi, poi, però, ci sono anche tutti gli aspetti politici; quindi, la mia opinione non deve essere resa nota (ride).

Cosa ha provato Andrew Garfield nell'indossare il costume di Spider-man?
Andrew Garfield: Avevo tre anni la prima volta che mi sono vestito da Spider-man e fu un momento bellissimo, credevo veramente di essere lui. Quando l'ho indossato di nuovo per questo film è stato molto diverso, avvertivo un'enorme pressione, c'erano tanti soldi che giravano, ma volevo recuperare la stessa sensazione di quella prima volta. Ce l'ho messa tutta, per me era molto importante questo personaggio.

Si parla già di sequel e di vari attori possibili per interpretare il prossimo cattivo; tra i quali, Jim Carrey. Emma Stone ha recuperato il rapporto con lui dopo gli MTV Movie Awards?
Emma Stone: Non ho mai incontrato Jim Carrey, ma penso che sia una persona meravigliosa (ride).

Quale è il rapporto tra Rhys Ifans e il fumetto?
Rhys Ifans: Non ero un grande fan dei fumetti, ma, da bambino, un mio vicino me ne regalò uno con una maschera di Spider-man allegata. Quindi, ho indossato quella maschera prima ancora che Andrew nascesse (ride).

Come si sente Rhys Ifans a essere in un franchise in partenza? Si è sentito un po' una guida per gli attori più giovani sul set?
Rhys Ifans: Assolutamente no, è stato fantastico lavorare con questi due giovani attori incredibili. Erano sempre molto impegnati dal punto di vista fisico ed emotivo.

L'Uomo ragno nasce da un fumetto, ma, per i ventenni di oggi, è anche un fenomeno cinematografico. In che modo è stato assorbito dalla società americana?
Marc Webb: Io credo che Stan Lee abbia creato qualcosa di trascendentale con questo personaggio. In lui c'è una componente utopica: Spider-man è il guardiano, l'amico del quartiere, ha un costume colorato e i bambini sentono un legame primordiale con lui. Stan Lee deve essere riuscito a toccare qualcosa di universale, poi, Spider-man è l'unico supereroe il cui costume copre tutto il corpo, senza lasciare vedere il colore della pelle di chi vi si trova sotto. Quindi, chiunque potrebbe immedesimarvisi.

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