La mummia - La tomba dell'imperatore dragone

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Natale a Rio

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Vacanze di Natale '95 (Italia 1995)

Apre sulle note della sempreverde "Last Christmas" degli Wham il primo cinepanettone diretto da Neri Parenti, che firma anche la sceneggiatura su soggetto di Enrico e Carlo Vanzina. Il luogo d'ambientazione questa volta è Aspen, dove un Christian De Sica con il vizio del gioco segue la moglie Elizabeth Nottoli, che ha deciso di abbandonarlo, per poi ritrovarsi a dover valutare una situazione alla "Proposta indecente" con il giocatore Paolo Bonacelli al posto di Robert Redford; nella stessa località del Colorado approda Massimo Boldi con la figlia Cristiana Capotondi (qui al suo primo impegno cinematografico), intenzionata ad incontrare Dylan alias Luke Perry, divo del telefilm "Beverly Hills 90210", che recita nel ruolo di se stesso con tanto di doppiaggio italiano. E quella di mostrare persone di paesi stranieri parlare tranquillamente la nostra lingua appare sicuramente come un'incongruenza tipica della saga natalizia, ma, a sua volta, oltre ad accentuare il clima fiabesco della vacanza da favola, riesce ad assumere le fattezze di un assurdo stratagemma cinematografico che, in maniera simile a quelli architettati dai cineasti francesi della Nouvelle Vague, sembra quasi voler suggerire al pubblico la natura di finzione dello spettacolo che scorre sullo schermo.
Al di là di questa osservazione, ci troviamo comunque dinanzi ad un prodotto fortunatamente più riuscito dei precedenti oldoiniani, in grado di strappare risate a sufficienza e di non annoiare, per merito soprattutto di uno script che rende finalmente protagonisti assoluti Boldi e De Sica, capaci di destreggiarsi a dovere, con le loro ben distinte tipologie di comicità, tra scambi di valigie ed abbondanza di nudi femminili.

A spasso nel tempo (Italia 1996)

Sotto la regia di Carlo Vanzina, si comincia in un luna park di Los Angeles, dove Christian De Sica e Massimo Boldi, l'uno principe e l'altro proprietario di un cinema, fanno un giro sull'attrazione della macchina del tempo che, a sorpresa, si rivela veramente capace di sbalzare i due da un periodo storico all'altro, mentre le rispettive famiglie sperano nel loro ritorno.
Il plot, quindi, non rappresenta altro che un pretesto per poter vedere i due mattatori della risata sotto l'albero attraversare diverse epoche del mondo, dalla preistoria al futuro, passando per il Rinascimento di Lorenzo il Magnifico (Marco Messeri), nel quale attuano anche la zingarata degli schiaffi di "Amici miei", e la Venezia di Giacomo Casanova.
E quella dal film di Mario Monicelli è soltanto la prima di una serie di citazioni cinematografiche presenti, tra una Seconda Guerra Mondiale in stile "La grande fuga" e Anni Sessanta alla "Sapore di mare", anche se il principale punto di riferimento è ovviamente "Ritorno al futuro".
A mancare, però, è proprio quel particolare tocco che contraddistingue l'incalzante ritmo del rampollo di Steno da buona parte del rimanente cinema da ridere dello stivale del globo.

A spasso nel tempo-L'avventura continua (Italia 1997)

Diretta continuazione di "A spasso nel tempo", vede ancora Boldi e De sica destinati a vagare per le varie tappe della storia del mondo, ma, a differenza del capostipite, risultano accentuati gli omaggi al cinema popolare.
Ripartendo da una preistoria alla "The flintstones", infatti, Vanzina porta i due imbranati eroi protagonisti nella Scozia di Braveheart, per poi farli scontrare con un immortale highlander e con i fuorilegge di un villaggio western che fonde "Sfida all'O.K. Corral" con "Ritorno al futuro parte 3".
E non manca una situazione-rifacimento di "Pane, amore e fantasia", con Mariangela D'Abbraccio neo-Sophia Loren e De Sica che rifà il grande papà Vittorio, per poi finire nei panni di un Frank Sinatra alle prese con la mafia de "Il padrino", mentre Boldi si ritrova a suonare la batteria per i Beatles.
Una Firenze da decamerotico, un atterraggio sulla Luna ed un accenno a "Baywatch" conducono alla conclusione a cartoni animati di un sequel che, oltre a rivelarsi decisamente più riuscito e divertente del capostipite (il solo Boldi che sfoggia il dialetto napoletano è uno spasso), riesce perfino a testimoniare che il cinema di genere dalle nostre parti è una realtà ancora possibile, con tutti i suoi pregi e difetti.

Paparazzi (Italia 1998)

Il termine che dà il titolo al film di Neri Parenti lo coniò Federico Fellini per indicare i reporter d'assalto a caccia di vip, ma qui siamo più dalle parti del cinema scorreggione di Alvaro Vitali che de "La dolce vita"; ed è giusto che sia così.
Accanto agli immancabili Boldi e De Sica, ad incarnare i professionisti dell'obiettivo fotografico mondano sono Roberto"Er Patata"Brunetti, Diego Abatantuono con immancabile accento da terruncello e Nino D'Angelo, il quale si scopre finalmente meglio nelle vesti di attore comico che in quelle di bello canterino delle love story partenopee per teen-ager. Lo script, quindi, si limita soltanto ad assemblare una serie di sketches ai danni di volti noti dello spettacolo che recitano nella parte di se stessi, da una Martina Colombari fresca di parto in ospedale ad Anna Falchi nel giorno del suo matrimonio, fino al coinvolgimento di Alba Parietti in una festa di star d'oltreoceano, a sua insaputa nient'altro che sosia (compreso quello del defunto Elvis Presley!!!).
E, tra abbondanza di gag sia fisiche che verbali basate soprattutto sul gioco dei dialetti, si ride molto, mentre appare evidente l'attacco ad un periodo storico culturalmente vuoto in cui la notorietà è conferita in maniera esclusiva da ciò che passa per la cattiva maestra tv (è sufficiente citare il momento in cui D'Angelo afferma di conoscere nomi legati al gossip, ma non lo scrittore Umberto Eco).
Tutto questo, attraverso una rozza messa in scena talmente trash da risultare perfettamente in tono con l'argomento trattato, circa dieci anni prima che Fabrizio Corona divenisse in maniera scandalosa più famoso dei personaggi che ha immortalato nel corso della sua carriera.



Vacanze di Natale 2000 (Italia 1999)

Avvocato romano, Christian De Sica cerca di organizzare con la moglie Monica Scattini una festa di Capodanno nella nuova ma non del tutto ristrutturata casa a Cortina d'Ampezzo, dove giungono anche Massimo Boldi e famiglia e Nino D'Angelo, napoletano vincitore del superenalotto con tanto di numerosa parentela al seguito.
Ventisei anni dopo "Vacanze di Natale", quindi, i fratelli Vanzina decidono di salutare il vecchio millennio con il nuovo sequel di uno dei loro capolavori, nostalgicamente richiamato nei titoli di testa accompagnati ancora dalla mitica "Moonlight shadow" (versione cover, però). Manco a dirlo, il più riuscito dei quattro capitoli succeduti alla pellicola del 1983, impreziosito dall'esordio su grande schermo del cabarettista Enzo"Er Cipolla"Salvi, che si cimenta in esilaranti duetti con Boldi in vena di romanesco; ma senza dimenticare la parentesi romantica tipica degli artefici di "Sapore di mare", questa volta rappresentata dalla vicenda dei due squattrinati commessi Andrea Lupo e Giammarco Rocco Di Torrepadula spacciatisi per miliardari, l'uno innamorato di Irene Ferri, l'altro della vera Megan Gale sulla neve per girare uno spot.
Con Carmen Electra e Micaela Ramazzotti incluse nel cast, tra risate e sentimenti corredati di facile morale, proprio come dovrebbe essere una fiaba su pellicola da gustare sotto l'albero addobbato.

Bodyguards-Guardie del corpo (Italia 2000)

Si chiude l'ideale trilogia iniziata da Neri Parenti con "Paparazzi" e "Tifosi" che, distribuito nell'ottobre del 1999, aveva segnato l'ingresso tra gli "sceneggiatori di Natale" per Fausto Brizzi e Marco Martani, futuri autori di "Notte prima degli esami" e bene o male ospiti fissi, da qui in poi, degli script dei cinepanettoni. Boldi e De Sica sono questa volta due carabinieri che, radiati dall'Arma insieme al collega napoletano Biagio Izzo per aver portato al fallimento un'operazione dei reparti speciali, vengono assunti dalla nota "Security" come guardie del corpo, per trovarsi ben presto affiancati da Enzo Salvi, magazziniere dell'azienda. Inutile precisare, quindi, che i circa 100 minuti di visione si limitino esclusivamente a mostrare i guai combinati dal poker di comici ai danni della carrellata di vip nostrani e non solo, da Luca Laurenti che crede di trovarsi su "Scherzi a parte" nel corso di una vera rapina alla continua confusione tra Cindy Crawford e una sua sosia, senza dimenticare il dolore fisico provocato a Gigi Marzullo, Maurizio Costanzo e un Massimo Giletti in aria di tresca con Megan Gale.
Con Anna Falchi e Victoria Silvstedt generosamente svestite, stancanti gag fisiche, volgarità verbale che si spreca e perfino un gigantesco peto alla fiamma, tanto che sembra di essere tornati ai tempi trash della serie di Pierino. Ai tempi di uno dei peggiori capitoli della serie, però.

Merry Christmas (Italia 2001)

Diretto come di consueto da Neri Parenti, inizialmente il film doveva essere ambientato a New York, ma, a causa dei tragici eventi che hanno segnato l'11 settembre del 2001, si è deciso di cambiare in Amsterdam il luogo di vacanza dei protagonisti.
Che accanto ai soliti Brizzi e Martani si sia aggiunto in fase di script Lorenzo De Luca, scrittore e sceneggiatore esperto in particolar modo di cinema orientale, lo si intuisce facilmente dal fatto che il capitano dell'aeronautica interpretato da De Sica, come il Chow Yun-Fat di "The diary of a big man" (1988), si trovi ad amare ben due mogli (l'annunciatrice Mediaset Emanuela Folliero e la spagnola Paula Vázquez), senza che l'una sappia dell'esistenza dell'altra.
Boldi è invece un industriale milanese in compagnia dell'odiato, futuro genero romano Enzo Salvi (il nome è tutto un programma: Cesare Mandrione), mentre i Fichi d'India, cui spetta il lato riservato agli spettatori più piccoli, si aggiungono alla combriccola nei panni dei proprietari di una ditta di pompe funebri incaricati di consegnare le ceneri di un defunto alla sua ricca vedova.
Sorvolando su uno sprecato Biagio Izzo nel ruolo di un portiere d'albergo gay, quindi, si passa da avventure in sexy locali notturni a dolorosi pearcing là dove non batte il sole, per un tassello della filmografia natalizia Filmauro che, pur non risultando eccelso, non rientra certo tra i meno riusciti, tanto che ai tempi della sua distribuzione in sala perfino Steve Della Casa ne scrisse su Ciak una recensione tutt'altro che negativa.
Del resto, al di là delle immancabili volgarità, bisogna riconoscere che qui sono state tracciate le coordinate su cui si sono poi basati tutti i successivi cinepanettoni.

Natale sul Nilo (Italia 2002)

Ovviamente, nel decennio di Maria De Filippi e delle Letterine in tv, l'avventura vacanziera in Egitto del Natale De Laurentiis non poteva fare a meno di tirare in ballo una Lucrezia Piaggio con il sogno del piccolo schermo, contro i cui ideali si pone deciso il padre Massimo Boldi, vedovo generale dei carabinieri con il maresciallo Biagio Izzo al seguito. E, mentre i Fichi d'India si trovano ad avere a che fare con l'anello della fortuna e quello della sfiga ed il fedifrago avvocato divorzista Christian De Sica finisce per abordare quella che a sua insaputa è la ragazza del figlio, a generare buona parte delle risate sono gli esilaranti duetti-scontri tra Boldi ed Enzo Salvi, nei panni del coattissimo agente delle Letterine Oscar Tufello (!!!).
Per quello che, scritto dallo stesso regista Parenti insieme al trittico Brizzi-Martani-De Luca cui si aggiunge l'esordiente Andrea Margiotta, rientra sicuramente tra i migliori cinepanettoni, forte di diversi momenti da antologia come quello che vede De Sica cantare "Mi manchi" per non far scoprire alla moglie il suo nuovo tradimento, o quello agrodolce con Boldi che ripensa ai tempi in cui da giovane sognava di suonare la batteria in un complesso formato da amici (i Pooh!).
Non a caso, lo scatenato tormentone "Asereje" delle Las Ketchups, colonna sonora dell'operazione, appare direttamente proporzionale al ritmo comico-narrativo del film.

[continua...]





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