16 Settembre 2010 - Conferenza
"Mangia, prega, ama"
Intervista al regista e al cast.
di Ilaria Ferri

L'incontro con il regista Ryan Murphy, e gli attori Julia Roberts, Javier Bardem e Richard Jenkins, avviene in un sontuoso hotel della capitale, nel giorno in cui si tiene il lancio italiano del film. Le star accolgono la stampa in maniera cordiale e rispondono pazientemente a un tour de force di domande.

IL PRIMO È RYAN MURPHY CHE È STATO REGISTA E SCENEGGIATORE DELLE SERIE TV NIP/TUCK E GLEE.

Il film è stato tratto da un romanzo (omonimo di Elizabeth Gilbert, edito da Rizzoli, n.d.r.) , quanto è attinente al libro? C'è una visione dell'Italia un po' particolare, come mai?
Ryan Murphy: avendo letto e amato il libro, il nostro intento era di rimanerne fedeli il più possibile. La visione dell'Italia che ne esce è quella della scrittrice, abbiamo cercato di rappresentare la sua prospettiva, non la mia visione particolare. Non ero mai stato a Roma prima di girare. Per Liz Roma è il luogo della gioia, in cui riscopre il piacere della compagnia delle persone, ma è anche il posto in cui si rende conto di essere sola. Abbiamo cercato di fondere la gioia con la tristezza, infatti abbiamo ambientato il suo soggiorno in Italia in autunno, in modo da sfruttare toni caldi e malinconici. Per quanto mi riguarda, credo che sia un paese con persone che hanno grande stile, molto liberali e aperte. Siamo stati accolti con calore e ci siamo divertiti molto.

Ci ha detto che in Italia si è sentito benaccolto, come è stato invece girare in India e a Bali?
Ryan Murphy: non ero stato in nessuno di questi luoghi prima di girare il film. Da un certo punto di vista forse è stato meglio, ne ho avuto una visione fresca e lontana da alcun preconcetto. Come ho detto a Roma ci siamo divertiti molto, è stato piacevole nonostante qualche problema con i paparazzi e il gran caldo, non sapevo che l'estate a Roma fosse così calda! In india è stato più difficile perché lì c'è meno esperienza, e a Bali è stata una vera e propria impresa fisica! Ci è capitato di scavare dei sentieri per passare e costruire i luoghi dove abbiamo girato con le nostre mani!

Cosa l'ha colpita di più del libro? E cosa ne pensa del film Elizabeth Gilbert?
Ryan Murphy: del libro mi ha colpito il fatto di essermi rivisto in molti degli stati d'animo della protagonista. Prima di leggerlo ho vissuto un periodo difficile della mia vita, pieno di cambiamenti e ho riconosciuto molti dei dubbi e dei sentimenti provati da Liz. Quando la vera Elizabeth Gilbert, ha visto il film mi ha detto che si è molto commossa ed emozionata; che era preoccupata per il modo in cui le sue esperienze sarebbero state raccontate, ma che dopo la visione si è sentita sollevata.

Come è stato lavorare con Julia Roberts?
Ryan Murphy: appena incontrati è stato come conoscersi da tempo, ma ero un po' intimorito, lei ha una grandissima esperienza, ha fatto oltre trenta film e io solo due, ma i suoi suggerimenti sono stati preziosi, le sue osservazioni erano sempre acute, intelligenti e molto abili anche da un punto di vista tecnico, inoltre ci teneva molto che ci si attenesse sempre alla sceneggiatura.

Come è caduta la scelta su Luca Argentero per interpretare il ruolo di Giovanni (un giovane che Liz incontra a Roma, n.d.r.) ?
Ryan Murphy: aveva i denti più bianchi che avessi mai visto! (risate n.d.r.) A parte gli scherzi, mi ha colpito perché aveva molto charme e assomigliava molto al vero Giovanni.

Ha usato stili diversi di regia a seconda dei diversi paesi in cui avete girato il film?
Ryan Murphy: si, per ogni sezione abbiamo usato uno stile diverso e differenti colori, abbiamo associato le quattro sezioni agli elementi di terra, fuoco, aria e acqua. C'è stata la progressiva apertura di Liz, da New York in cui abbiamo usato colori grigi e cupi della terra per simboleggiare il suo malessere, fino al verde e all'azzurro dell'acqua di Bali.

Lei ha girato sia per il grande che per il piccolo schermo, che differenze ha trovato, è vero che lavorare per le serie televisive permette una maggiore sperimentazione e libertà creativa?
Ryan Murphy: ho sempre associato il film al racconto e la serie tv al romanzo. Per questo film potevo girare poco più di due ore, per la televisione avevo a disposizione oltre ventitre ore, e ovviamente in queste condizioni si può correre qualche rischio in più e questo in effetti rende anche di più.

LA SECONDA STAR A RISPONDERE ALLE DOMANDE DELLA STAMPA È STATO RICHARD JENKINS, CANDIDATO ALL'OSCAR PER IL FILM "L'OSPITE INATTESO".

Come è stata l'esperienza sul set indiano?
Richard Jenkins: è stata una esperienza straordinaria! Quando si gira all'estero si diventa una piccola famiglia perché non si conosce nessun altro e si sta sempre insieme. Con Julia siamo diventati amici e la sua compagnia è molto piacevole.

Lei ha partecipato sia a grandi produzioni come questa che a produzioni indipendenti. Sa dirci in termini artistici quali sono le differenze che ha riscontrato?
Richard Jenkins: sicuramente la differenza di budget cambia le cose, ma dal punto di vista artistico non cambia molto, dipende sempre dalle persone con le quali hai a che fare e da come vieni trattato, la linea di confine da questo punto di vista non è nitida e netta.

La candidatura all'Oscar ha cambiato il modo di scegliere i ruoli da interpretare?
Richard Jenkins: sicuramente ha portato dei cambiamenti ma ho 63 anni, e la candidatura non può rendermi un quarantenne (risate n.d.r.)! La mia vita era meravigliosa anche prima, però ora magari ho più possibilità di scegliere personaggi interessanti.

Cosa ci sa dire del suo prossimo film in uscita, il remake di "Lasciami entrare" (di Tomas Alfredson, Svezia 2008, n.d.r.) ?
Richard Jenkins: purtroppo non ho ancora visto il film originale, io interpreto quello che chiamano "il padre", in America uscirà il 1° ottobre e posso assicurarvi che i due giovani protagonisti sono veramente bravissimi.

FINALMENTE È IL TURNO DELLA BELLISSIMA E SIMPATICA JULIA ROBERTS

Come è stato tornare a girare nuovamente in Italia? Ha davvero messo su qualche chilo come si dice nel film?
Julia Roberts: è stato bello ritornare in Italia, è bello tornare in posti che già si conoscono un po', non c'è più quell'aura di mistero spaventoso. Abbiamo fatto un viaggio lampo a Napoli e ci siamo veramente abbuffati di pizza, in effetti qualche chilo l'ho messo su, ma per fortuna poi siamo andati a girare in India dove indossavo degli abiti molto larghi e confortevoli e non se n'è accorto nessuno! (risate n.d.r.)

Sappiamo che ha amato il libro da cui è tratto questo film, cosa l'ha colpita di più?
Julia Roberts: ho letto il libro appena uscito, l'ho trovato molto bello. Ciò che mi ha colpito di più è stato l'aspetto umano della protagonista: è una donna che non si accontenta ed è alla continua ricerca di se stessa. La cosa più bella di questo film è che abbiamo girato veramente nei luoghi citati nel libro senza ricostruirli in studio.

Ha mai avuto una crisi come il personaggio che ha interpretato? Se si, come l'ha superata?
Julia Roberts: no, non ho mai avuto crisi del genere, il mestiere di attrice ti permette di entrare nei panni di chi non avresti mai pensato di essere, di incontrare persone e vedere luoghi che non avresti mai pensato di incontrare e vedere, e questo probabilmente aiuta ad apprezzare la propria vita, porta a desiderare di poter viverla di più, di passare più tempo a casa. Certo ci sono periodi particolari in cui si fa il punto della situazione e può capitare di provare dello sconforto, ma mai al punto del mio personaggio.

È vero che dopo questa esperienza ha deciso di diventare induista?
Julia Roberts: credo che su questo argomento siano state male interpretate alcune mie parole, non sono diventata induista.


Questo film parla anche di incontri che cambiano la vita. Quali sono stati gli incontri che hanno cambiato la sua vita professionale e quella privata?
Julia Roberts: dal punto di vista privato sicuramente mio marito ha cambiato la mia vita. Dal punto di vista professionale devo dire che sono stata fortunata a poter lavorare più volte con le stesse persone e a conoscerle profondamente, sicuramente Garry Marshall (regista del famoso Pretty Woman e altri successi della Roberts, n.d.r.) è stato importante ed è diventato un caro amico, anche Steven Sodebergh lo è diventato, è un regista che stimo tantissimo e spesso mi capita di chiedere consiglio a lui su moltissime cose. Sono tante le persone che potrei citare, anche Mike Nichols per esempio, a cui sono molto affezionata.

A Hollywood purtroppo dopo i 40 anni alle attrici vengono offerte sempre meno parti, non è ovviamente il suo caso, ma cosa ne pensa?
Julia Roberts: io sono molto fortunata perché ho la possibilità di lavorare quando voglio e ne sono grata. Se penso alle attrici che mi piacciono di più al cinema, quelle che seguo con più interesse sono tutte sopra la quarantina, pensiamo a Meryl Streep, Annette Bening. Una ruga in più e l'esperienza che si conquista con gli anni, spesso sono molto più utili e la differenza si nota.


PER CONCLUDERE, ARRIVA L'AFFASCINANTE JAVIER BARDEM, PREMIO OSCAR PER IL FILM "NON È UN PAESE PER VECCHI".

Ha letto il libro? Cosa l'ha colpita di più?
Javier Bardem: mi è piaciuto perché il romanzo ha molte affinità con un diario e insegna a non piangersi addosso, a non aver paura di abbandonare tutto e ricominciare daccapo.

Come è stato lavorare con Julia Roberts?
Javier Bardem: all'inizio ero nervoso perché lei ha fatto tantissimi film splendidi e io in confronto sono l'ultimo arrivato. Fortunatamente ho trovato un gruppo di persone meravigliose, soprattutto Julia con cui è facile avere a che fare: nonostante la sua esperienza, si lascia guidare e si è affidata a me anche per ballare!

Da Europeo, si spiega come mai nei film americani ci sono sempre così tanti stereotipi che riguardano i nostri paesi?
Javier Bardem: innanzitutto dobbiamo considerare che questo film rappresenta il punto di vista di una turista americana che arriva in Italia e soprattutto che questa è una commedia romantica, non un film di interesse sociale. Città come Roma o Barcellona sono meta di milioni di turisti e spesso nel mondo hanno una immagine stereotipata o anche caricaturale, ma in ogni esagerazione e caricatura c'è sempre una componente di verità. Spesso a seconda di dove arriva il film c'è una diversa ricezione del pubblico, per esempio "Vicky Cristina Barcellona" (film di Woodie Allen del 2008 in cui Bardem è uno dei protagonisti, n.d.r.) in Spagna non è piaciuto e nel resto del mondo invece ha avuto un discreto successo. Però bisogna dire che anche se tendono a generalizzare, gli americani nutrono sempre un grande rispetto verso i paesi europei e forse anche un pizzico di invidia per la nostra storia.

Il personaggio che interpreta in "Mangia prega ama" è molto diverso dai personaggi che ha interpretato precedentemente, come mai ha deciso di accettare questo ruolo?
Javier Bardem: perché è molto diverso? Lo trovo un personaggio complesso,come lo erano gli altri. Un uomo che ha sofferto ma continua ad andare avanti, che vuole costruire il suo futuro di qualità. La sua debolezza lo rende bello, in questo ruolo è stato possibile legare il lato comico e drammatico del personaggio. E poi è meglio che le persone mi identifichino con Felipe piuttosto che non con il protagonista di "Non è un paese per vecchi"! (risate n.d.r.)

Lei ha sempre interpretato personaggi molto intensi, come sceglie le sceneggiature?
Javier Bardem: devo dire che se un regista cerca un attore per un ruolo comico, o diciamo più leggero, difficilmente chiamerà me, di solito mi propongono di più un certo tipo di ruoli, nei quali cerco sempre di mettere tutto me stesso. Da bambino ho imparato a prendere le distanze dai successi e dalle delusioni, che questo lavoro non è una corsa ma una maratona, e tutto quello che si conquista lo si fa col tempo e con fatica.

Le grandi star sono sempre viste come icone lontanissime, eteree e intoccabili, molte di loro oggi hanno una vita privata turbolenta e il loro successo passa velocemente. In alcuni casi invece si può dire che le vere star del cinema, quelle che rimangono nell'immaginario collettivo per sempre, sono quelle che, lontane dalla ribalta, sono persone comuni, gentili affabili e sensibili. E così si sono rivelati gli attori incontrati in questa lunga giornata di interviste, fra questi Julia Roberts conferma tutte le impressioni che il pubblico riceve ammirandola sul grande schermo.

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