18 Giugno 2007 - Conferenza
"Hostel: Part II"
Intervista al cast e al regista.
di FilmUP.com


A Roma per la presentazione del secondo capitolo di Hostel, arrivano il regista Eli Roth ed Edwige Fenech, che ritorna al cinema in un ruolo che l'ha resa famosa, quello della professoressa.

Quali sono i film che ha amato di più di Edwige Fenech ?
Eli Roth: Trovo Edwige superba, magari tutti gli attori fossero come lei. Dei suoi film ricordo su tutti "Lo strano vizio della signora Wardh", in cui oltre ad essere giovanissima e bellissima, interpretava un personaggio complesso su più livelli. Anche il film che ha fatto con Sergio Martino mi ha mostrato che è un'attrice capace di recitare in generi diversi e di dare interpretazioni superbe.

Come è stata l'esperienza di lavorare insieme?
Edwige Fenech: Mi sono divertita moltissimo. Per tutte le riprese mi ha detto che ero fantastica. La giornata in cui abbiamo girato il mio cameo, l'11 settembre, è andata benissimo, sono tornata ad interpretare dopo anni il ruolo della professoressa. Ho apprezzato questa opportunità è stato un atto d'amore di Eli e di Quentin Tarantino. Mi ha stupito inoltre che un regista così giovane potesse conoscere la mia filmografia. Sono stata molto lusingata.
Eli Roth: Quando ci siamo incontrati la prima volta abbiamo subito condiviso la nostra enorme passione per il cinema. Così ho deciso di scriverle un ruolo appositamente per lei, un cameo che durasse un solo giorno di riprese. Quello è stato il primo giorno di riprese, in cui si è dato il ritmo al film, il ton o alle riprese.

Ama il genere horror?
Edwige Fenech: Ho sempre amato il genere horror solo che non riesco a tenere lo sguardo sulle scene splatter. Mi è piaciuto molto "Dal tramonto all'alba", di Tarantino anche se era un film diverso nel genere, c'era una vena umoristica.

Qual è l'aspetto politico del film?
Eli Roth: Mi piace rifarmi ai film horror degli anni 70, che avevano tutti un messaggio politico. Nel mio film voglio fare una critica del capitalismo. In America c'è un' ossessione tale per il "consumare" che non ci si preoccupa di altro. Questo secondo me non fa altro che incrementare l'infelicità. Quello che voglio descrivere in Hotel II è proprio questo, ma convinzione che più sono ricchi e più sono infelici.

Nel film c'è una battuta: "Da New Orleans al Ciad tutto si può comprare".
Eli Roth: Odio profondamente Bush e la politica che fa a favore dell'industria petrolifera. A causa di questa hanno mandato a morire tanti americani in Iraq e la sensazione orrenda è che oggi negli U.S.A. chi ha i soldi decida chi può vivere e chi deve morire. L'unica ossessione è quella di gestire il potere sugli altri. Quando c'è stato l'uragano Katrina a News Orleans l'esercito americano ha aspettato cinque giorni prima di intervenire. L'atteggiamento avuto dai politici è stato quello di indifferenza solo perché gli abitanti colpiti dalla calamità erano neri e poveri. Nel film ho voluto far vedere come già i bambini sono alla caccia dei soldi. L'esempio che hanno dal capitalismo è che anche la violenza può essere tollerata se serve a fare soldi.

Come avete reagito alla Frase di Tarantino sul cinema italiano?
Edwige Fenech: Credo che la battuta di Tarantino sia stata mal interpretata. Credo che, da grande conoscitore del cinema italiano, abbia il rammarico che oggi in Italia non si producono più tanti film come in passato. Bisogna però anche considerare che all'estero i nostri film non vengono veicolati con facilità, quindi l'immagine del nostro cinema per chi osserva da un altro paese può essere quella di un cinema in difficoltà.
Eli Roth: Anche io credo che la frase di Quentin non sia stata letta nel giusto modo forse non correttamente contestualizzata. Credo però che se le polemiche che ne sono uscite possono innescare un fenomeno di rinnovamento che spinga a migliorare il livello della cinematografia, questa possa diventare un'occasione importante.

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