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11 gennaio 2003 - Conferenza stampa
Martin Scorsese, Daniel Day Lewis e Leonardo Di Caprio
Intervista al regista e ai protagonisti di "Gangs of New York"
di Valerio Salvi
Un'altra domanda per il regista. Il suo film racconta di un paese dove la democrazia nasce dalla violenza. La stessa tesi che Charlton Heston e lobby degli "armaioli" sposano in "Bowling for Colombine". Non ha paura di dare una sorta di giustificazione genetica alla a questa tesi, peraltro piuttosto "comoda"?
Non ho ancora visto "Bowling for Colombine", ma in ogni caso realizzando "Gangs" non ho mai voluto dare, né pensato a farlo, una connotazione politica. È una storia di conflitti tra schieramenti diversi. Quando ero piccolo c'era la guerra fredda e la casa era vista come una sorta di "porto sicuro". Leggendo degli scontri della metà dell'ottocento ho capito che c'erano stati anche dei momenti peggiori a quello da me vissuto. La natura umana porta a questo tipo di contrasti, pensate di trovarvi ammassati in una stanza in quaranta persone per un lungo periodo di tempo e poi vedete cosa succede.
Il film in realtà parla del rispetto della vita umana.
La pellicola in America ha avuto giudizi contrastanti, ma sembra che l'eco che ne derivi sia una certa paura da parte del pubblico di andarlo a vedere.
Mi sembra strano perché il film sta crescendo costantemente allargandosi in un sempre maggior numero di sale. Certo alcuni articoli non sono positivi, ma succede sempre. In ogni caso non credo che la gente abbia paura, anzi.
L'uscita del film è stata a dir poco sofferta. La pellicola era abbastanza lunga e lei ha dovuto operare dei tagli, alla fine i suoi personaggi ne sono risultati mutilati in qualche modo?
Il film alla fine del primo montaggio il film risultava lungo tre ore e quarantotto minuti, allora mi sono seduto in sala di montaggio e dopo due giorni di studi e tagli l'ho portato a tre ore e quarantasette minuti, voi capite il problema? Ho dovuto spellarlo lentamente fino a portarlo a ciò che è adesso senza però snaturare nulla e lasciando intatto il cuore del racconto. Forse in DVD vedrete i famosi "Director's Cut".
Un lavoro lungo che ha provocato lo slittamento dell'uscita, anche per i fatti dell'11/09. Poi ho deciso che non sarebbe stata una pellicola adatta al clima natalizio e quindi ho preferito posporla. La violenza è parte integrante della vita di ognuno di noi ho voluto mostrarla, come ho voluto mostrare che l'ordine che conosciamo, quello mantenuto grazie anche a pompieri e polizia, quello che un attentato tentava di cancellare, viene dal caos e che quindi il caos può essere ricondotto all'ordine. Ho voluto lasciare la sequenza finale delle torri poiché avevo già completato quella parte quando sono accaduti i fatti che ben conosciamo ed inoltre idealmente ci si ferma al 1978; e poi sono parte della civiltà che gli americani hanno costruito.
In America "Gangs" è stato vietato ai minori ed anche qui in Italia si pensa ad un "Vietato ai 14". Lo trova giusto?
Sono scelte anche se penso che scegliere di non far vedere la violenza sia un pò ipocrita considerando che la violenza è parte di noi; il divieto era un rischio calcolato. Spesso è provocata dalla paura dell'ignoto, da quella per una cultura che non conosciamo. Quando non si possiede un bagaglio culturale si ha paura delle diverse culture. Leggere, allargare i propri orizzonti serve a prevenire anche la violenza.
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