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"FANTASIA 2000"
siamo andati a vederlo, in anteprima, per voi.
Resoconto del nostro inviato Valerio Salvi |
Diario del "Visionario"
(giovedì 6 Luglio 2000)
In un torrido pomeriggio di luglio arrivo al palazzo della Buena Vista (nome messicano in linea con il clima: 47° al sole) per vedere FANTASIA 2000. Certo non posso vantarmi come tutti quelli dotati di sale IMAX (in Italia non ce ne sono) che l'hanno già visto a febbraio, né posso essere fiero come un americano che l'ha visto a giugno, ma per essere un italiano ghettizzato dalle scelte delle major di non far uscire film decenti d'estate, non mi lamento.
L'happening non è tanto il film quanto la materializzazione a Roma di una figura mitica come: "La Responsabile di Filmup", che, essendo di stanza a Cagliari, qui non c'è mai stata. Scartata l'opzione: "Mi metto un garofano rosso all'occhiello così mi riconosce!" ed eliminata anche quella del cappello con le orecchie da Topolino, opto per un sano contatto telefonico preliminare. Comunque l'incontro avviene e ci rechiamo in sala. (PS - È ovvio che non dico nulla di lei per due motivi: primo: non sarebbe più una figura mitologica; secondo: potrebbe comunque tagliare ciò che scrivo, quindi...).
Ma veniamo ai freddi numeri: 7 cortometraggi che si accompagnano con un commento musicale classico (piccola notazione: perché non comporre qualcosa di nuovo per l'occasione), scanditi da interventi di varie star hollywoodiane, che francamente trovo abbastanza patetici. Ma vediamo nel dettaglio:
Ma torniamo all'argomento principale. Dai titoli di testa comincio a pormi delle domande sul montaggio, infatti sembrano quelli di un tipico film fine anni 60: molto sincopati e con immagini ritagliate nello schermo quasi a fornire degli spezzoni di vita (molto simili a "Il Caso Thomas Crown" - Norman Jewinson 1968); il resto del film è comunque impostato in maniera classica, ma il montaggio resta comunque pessimo: stacchi troppo netti, salti narrativi e un generale senso di incomprensione del tutto.
1. "I Pini di Roma" di Ottorino Respighi. L'ambientazione è diametralmente opposta a quella che ha ispirato l'autore, infatti ci troviamo a cavallo tra mare e cielo dove un gruppo di balene danza avvolta in un caleidoscopio di effetti 3D. Ho trovato l'animazione decisamente deludente per un digitale e troppo digitale in un contesto tradizionale.
2. "Rapsodia in Blu" di George Gershwin. I colori del cartoon sono tutti virati sull'azzurro, in tono con il commento musicale, ed il tutto è ispirato ai disegni caricaturali di Al Hirschferld. Al di là della storia, ambientata nel periodo della recessione, ho trovato i disegni sciatti e piatti (anche se volutamente), nettamente al di sotto di uno standard qualitativo accettabile [sottolineo che questo giudizio potrebbe essere influenzato dal mio gusto personale - n.d.a.].
3. "Concerto N° 2 per Piano - Allegro - Opus 102" di Dimitri Shostakovich. Il cortometraggio, basato sulla favola di Andersen del soldatino di piombo, è di livello sicuramente superiore. Notevole la colorazione che ricorda tele ad olio e curatissima l'animazione anche nelle luci.
4. "Carnival of the Animals - Finale" di Camille saint Saens - Brevissimo corto dall'umorismo dilagante che ricorda vagamento Mordillo. Una vera chicca.
5. "L'Apprendista Stregone" di Paul Dukas. Beh che dire? Il pezzo più famoso di FANTASIA qui inserito come tributo al passato. Nonostante gli anni è sicuramente quello che esercita maggior fascino e impatto, il che dovrebbe far riflettere la Disney sui suoi attuali percorsi.
6. "Pump and Circumstances - Marce 1, 2, 3, 4" di Sir Edward Elgar. Veniamo immediatamente tuffati in un'atmosfera alla "Re Leone"; infatti il tratto è molto simile, ed i protagonisti sono Paperino e Paperina, quasi ad indicare che il futuro Disney è più imperniato sui paperi di Carl Barks che sul famosissimo Topolino. Nel complesso un lavoro discreto, ma senza slanci.
7. "Firebird Suite - Versione 1919" di Igor Stravinsky. Qui ci troviamo in un tributo all'Impero del Sol Levante. La grafica e decisamente in stile "anime", cartoon giapponese, e ricorda molto l'ultimo lungometraggio di Myazaky, non a caso si basa più sui disegni che sulla computer-graphic. Buon lavoro, ma decisamente non originale.
Nel complesso mi sembra un lavoro scolastico che, a differenza del suo predecessore, non lascerà un segno nella storia dell'animazione. Comunque godibile a patto che venga visto in un cinema dotato di un impianto audio di ottima qualità.
Curiosità: Il primo Fantasia, quello classico, era nato come un progetto "dinamico", ovvero sarebbe dovuto essere una sorta di laboratorio che veniva continuamente aggiornato con nuove sequenze; il progetto si è poi perso ed il film è sempre rimasto come lo abbiamo conosciuto.
Indicazioni: Per gli amanti della musica e dell'animazione in genere. Sconsigliato per chi cerca il classico cartoon della Disney.
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