Fantasia 2000
Quarant'anni dopo "Fantasia", il capolavoro Disney che ha aperto nuove frontiere al Cinema di animazione, il sogno dell'eterno bambino, Walt Disney, di realizzare un seguito del film diviene finalmente realtà. Ciò che viene in mente quando si va a vedere il sequel di un film che ha avuto molto successo è un inevitabile: "sarà all'altezza?". In questo caso la mia risposta è stata un categorico: "Si", e i motivi sono vari.
Il significato del primo film, e degli eventuali seguiti, secondo il volere dello stesso Walt Disney, era quello di dare vita a delle splendide musiche, opere senza tempo di musica classica, lirica ed orchestrale, disegnando delle storie che le note evocavano, dando cioè libero sfogo alla fantasia e aprendo le stesse musiche, fino ad allora destinate ai pochi esperti o appassionati, a infinite interpretazioni. In questo lungometraggio è innegabile l'importanza e la grandiosità delle musiche scelte, che vanno dal raffinato jazz di Gershwin, alla grandiosa sinfonia di Beethoven, passando attraverso opere senza tempo di compositori importanti come Respighi, Sostakovic, Saint-Saëns, Dukas, Sir Edward Elgar e Stravinskij.
In questo film, come nel primo, la musica prende vita, ed è come se il pentagramma diventasse una tela e le note un pennello. Ciò che noi vediamo è la rappresentazione di ciò che queste musiche hanno trasmesso al regista di ogni singolo pezzo, ma ognuno di noi potrebbe vedere in quelle note qualsiasi altra storia. La nuova tecnologia e i sofisticatissimi software che sono a disposizione degli animatori ai giorni nostri, unite alle più classiche tecniche di disegno e animazione rendono i frammenti realistici e fantastici al tempo stesso, come se stessimo vivendo in un sogno. I colori e le tinte usate per ogni singolo pezzo, ben si amalgamano con le storie e le musiche riuscendo a caratterizzare perfettamente ogni avvenimento, definendo emozioni e stati d'animo, trascinando inevitabilmente lo spettatore in un vorticare di sensazioni.
Gli intermezzi affidati a personaggi famosi come Angela Lansbury, Steve Martin, Quincy Jones o lo stesso maestro James Levine, sono inseriti in un contesto un po' surreale, essendo sia i protagonisti che l'orchestra immersi nel nulla, come se fossero situati nella stessa immaginazione dello spettatore, dando linearità e continuità ai diversi frammenti. D'altronde, una semplice sala o un teatro avrebbero avuto l'impatto di un brusco ritorno alla realtà, spezzando quel senso si magia che si viene a creare fin dai primi fotogrammi. In definitiva, certo "Fantasia 2000"non potrebbe mai competere con il primo film, come credo nessun'altra pellicola, per il fatto che "Fantasia" è unico proprio per la sua originalità e la sua carica innovativa, ma ripercorre le sue orme, e aiuta il senso del fantastico e l'immaginazione che ognuno possiede a venire fuori. Questo è lo spirito di ogni produzione Disney e soprattutto di "Fantasia".

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