Trama: Il concerto si apre con il brano di Charles Ives The Unanswered Question. In questa composizione, scritta nel 1906 (rivisitata nel 1908) il compositore mette in musica per sette volte “il perenne interrogativo dell’esistenza” attraverso l’uso della tromba. Ogni volta la ricerca di una risposta si fa più febbrile, fino al momento in cui il suono dei violini svanisce nel vuoto, senza che una risposta sia data. A seguire Simon Rattle conduce Metamorphosen di Richard Strauss, studio per 23 archi solisti del 1945, in cui si ispira al tema della marcia funebre dalla Sinfonia Eroica di Beethoven che alla fine viene esplicitamente citata dai doppi bassi dell’armonizzazione di Strauss. A questo punto sullo spartito compare la voce “in memoriam” tanto che, non a torto, il compositore descrive il brano come una riflessione sull’intero percorso della propria vita passata. La gestazione della Prima Sinfonia di Brahms, iniziata nel 1862, durò un quarto di secolo. Sentendo dietro di lui “la marcia di un gigante del calibro di Beethoven”, il compositore aveva già iniziato otto anni prima a rivisitare il primo movimento di una sonata in Re minore per due pianoforti, ma senza successo. Brahms sognava di fare di quella “maledetta” Sinfonia un concerto per piano; alla fine lo fece. “Un primo movimento, uno scherzo, un finale straordinariamente complesso e grandioso. Ne fui completamente coinvolto”. Nonostante ciò furono necessari altri quattro anni prima che la Sinfonia fosse portata a compimento; il risultato, il Concerto in Re minore op. 15, fu qualche cosa di cui andare davvero fiero. Con questo concerto Brahms realizzò un lavoro di alto virtuosismo che, con la fusione sinfonica dei ruoli di pianoforte e orchestra, si allontanò di gran lunga dalla dimensione di quello che inizialmente ci si sarebbe potuti aspettare da un concerto. Daniel Barenboim, che questa stagione celebra il cinquantesimo anniversario del proprio debutto con la Berliner Philharmoniker, è solista nel possente e monumentale concerto di Brahms.