Sacro e profano
Dopo una fortunatissima carriera quasi trentennale in ambito musicale che l’ha vista spaziare anche nel campo della recitazione, l’arcinota cantautrice Madonna Louise Veronica Ciccone, semplicemente conosciuta ai più come Madonna, produce e dirige il suo primo lungometraggio.
Lungometraggio incentrato sulle figure di Juliette (Vicky McClure), lavorante in farmacia ma con il sogno di fare la volontaria in Africa, Holly (Holly Weston), ballerina classica che si riscopre lap dancer per poter pagare l’affitto, e, soprattutto, A.K. (Eugene Hutz), musicista costretto a soddisfare i fantasmi sadomaso dei suoi clienti al fine di finanziare le prove del suo gruppo punk-gitano.
Quindi, tre diversi protagonisti che, a partire da quest’ultimo, di sicuro il più egocentrico, non mancano di manifestare evidenti venature grottesche, come un po’ tutti i personaggi folkloristici che abitano la colorata e multietnica Londra d’ambientazione, non troppo distante dalle metropoli underground di Abel Ferrara.
D’altra parte, non bisogna dimenticare che nel curriculum di attrice della neo-regista figuri anche "Occhi di serpente", firmato proprio dall’autore de "Il cattivo tenente", non è allora da escludere che rientri tra i nomi che l’hanno influenzata nel concepire questo particolare prodotto in cui esplora e mette insieme tutti i suoi interessi, dalla letteratura alla danza, passando, appunto, per la musica.
Prodotto reso veloce da un montaggio efficacemente frammentato e il cui taglio generale, quasi nouvellevaguiano e non privo d’ironia, è in maniera tranquilla accostabile a quello alla base delle produzioni indipendenti che popolano i festival.
Mentre la nutrita e mai invadente colonna sonora, che spazia da "Erotica" della stessa Madonna a "Baby one more time" di Britney Spears, accompagna una vicenda su celluloide diretta non male, ma al cui interno la continua voglia di sperimentare tende a renderne incomprensibile il significato.
Significato racchiuso forse nel fatto che c’è una dualità in ogni cosa e al quale possiamo avvicinarci attraverso le parole dell’autrice: "Tutto è iniziato come per un "corto", ma poi mi sono innamorata dei personaggi e ho voluto farli vivere più a lungo, così ne ho creati nuovi e il "triangolo" A.K.-Holly-Juliette è cresciuto. Terminato il film mi sono resa conto che ognuno di loro rappresenta un aspetto della mia personalità e così l’esperienza si è rivelata tanto artistica quanto terapeutica".

La frase: "Il genere umano è suddiviso in due tipi di persone: quelle che cercano di essere buone e quelle che cercano di essere cattive".

Francesco Lomuscio

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