Riprendimi
Unico film italiano in concorso al Sundance Film Festival, e notato da Brad Pitt (secondo voci di corridoio) per potervi realizzate un possibile remake americano: “Riprendimi” è il nuovo lavoro di Anna Negri che, dopo aver esordito nel 1998 con “In principio erano le mutande”, torna dietro la macchina da presa con una pellicola semplice, ma audace.

Due amici, un cameraman e un fonico, stanno realizzando un documentario che ha come tema il precariato nel mondo dello spettacolo in Italia. Come traccia del film decidono di seguire le giornate di due precari, una loro coppia di amici: Giovanni e Lucia, lui attore di fiction, lei montatrice. Purtroppo però i due si stanno separando, e il documentario diventa tutt’altro...

Ci troviamo di fronte all’ennesimo film italiano la cui trama ruota intorno ad una separazione o al mondo del lavoro - A.A.A.: soggetti nuovi cercasi -, malgrado questo assunto però "Riprendimi" risulta più originale e coinvolgente di molte altre pellicole della stessa specie.
A suo favore una serie di fattori, prima fra tutti l’idea alla base del soggetto: quella di fare un film che si "riprende" da solo, che sa essere sia spunto di riflessione, che di siparietti comici volti a spezzare la generale drammaticità delle scene. La regia di Anna Negri si divide agilmente in due, rivestendo un doppio ruolo di cinema amatoriale (quello della telecamera dei ragazzi) e cinema autoriale: un lavoro di montaggio e costruzione, gravoso e non facile, che convince e appassiona.
Se la regia appaga lo spettatore, non sempre all’altezza è la sceneggiatura che troppo spesso torna sui luoghi comuni del lavoro e dei problemi di coppia, confezionando un finale un pò troppo generico e su cui forse valeva la pena soffermarsi di più.
Poco male comunque, fortunatamente il buon cast di attori, primi fra tutti i due protagonisti Marco Foschi e Alba Rohrwacher (entrambi visti in "Nelle tue mani"), sostengono la pellicola riuscendo ad oltrepassare senza esitazioni anche i momenti meno convincenti.

"Riprendimi" è un film curioso, diverso e abbastanza veritiero nel descrivere sia il precariato nel mondo dello spettacolo - costruito su santi, carabinieri e vari medici bellocci -, sia il rapporto di coppia dei trentenni di oggi, spesso insicuri, alla ricerca dell’eterno innamoramento e mai pronti per un rapporto serio. Questi punti di forza, sorretti da un cast azzeccato fanno di "Riprendimi" un film riuscito.
...Certo, qualcuno potrebbe obiettare che ci troviamo davanti, ancora una volta, l’ennesimo film che parla di precariato in Italia e storie d’amore e separazioni.

La frase: "...La verità è che è un Mondo di eterni bambini...".

Diego Altobelli

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