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Il gioco di Ripley
"Ripley's Game", presentato fuori concorso alla 59 Mostra del Cinema di Venezia, è il quarto adattamento cinematografico della serie ideata da Patricia Highsmith. Il primo romanzo, Il talento di Mister Ripley è stato adattato due volte, prima nel 1961 da Renè Clement, " Delitto in pieno sole" e poi nel 1999 da Anthony Minghella con Matt Damon come protagonista, conservando il titolo originale. Ripley's game,invece, fu oggetto di un famoso film, "L'amico americano" realizzato da Wim Wenders nel 1978.
Diciamo subito che l'ultimo lavoro della Cavani è un bel film, poderoso nell' impianto narrativo solidamente ancorato al soggetto da cui è tratto. Questo, grazie anche alla scelta ricaduta su John Malkovich quale interprete del ruolo di Tom Ripley.
Lo sfuggente e misterioso Ripley sembra tagliato apposta pensando alle doti di Malkovich. L'attore americano ne sublima le peculiari particolarità.
Ripley è un dandy, raffinato, innamorato di sé stesso e degli oggetti di cui ama circondarsi. La peggiore offesa che gli si possa rivolgere è di accusarlo di avere poco gusto. Ed è proprio a causa di un'accusa di tal guisa, mossagli da Jonathan Trevanny (Dougray Scott, "Enigma") che Ripley decide, mossa sublime, non di vendicarsi ma, anzi, di aiutarlo a risolvere un problema piu' grande di lui per dimostrargli le sue raffinate ed efficaci possibilità.
Jonathan è un corniciaio inglese che lavora a Vicenza, la città nei pressi della quale Ripley abita in una villa circondata da un parco. Afflitto dalla leucemia, viene convinto da Reeves (Ray Winstone, "Zona di guerra") , un ex socio di Ripley, ad eseguire un omicidio per suo conto. Jonathan dapprima esita, poi, spinto dal bisogno, esegue il contratto. Ma la situazione precipita e sarà necessario l'intervento dell'ineffabile Tom e del suo talento per risolvere la situazione.
Felice la mano della Cavani che muove i personaggi e lega gli eventi così come Ripley domina e governa le persone che gli ruotano attorno.
Con consumato mestiere, la regista italiana enfatizza le potenzialità dei personaggi con i quali lavora. In quest'ottica è un piacere ascoltare i gustosi scambi di battute tra Ripley e Reeves o assistere all'innata eleganza del primo che doma la rozza goffaggine del secondo.
Si può andare in sollucchero nel vedere Ripley che, mentre brucia cadaveri, ordina 60 peonie cinesi - rosse per carità - per la moglie (Chiara Caselli) che quella sera stessa terrà un concerto di clavicembalo al Teatro Olimpico del Palladio.
Con una direzione sempre attenta e pulita, la Cavani procede nella narrazione riuscendo a donare al film quella misura di necessaria tensione che colma le aspettative anche di un pubblico che al lato estetico dell'opera predilige l'azione e il thrilling.
La prova di Malkovic è maiuscola, in alcuni momenti ci ha ricordato il Valmont de "Le relazioni pericolose". Anche gli altri interpreti , in particolare Winstone, eseguono il loro compito con bravura.
Ci domandiamo se questa sarà l'ultima versione cinematografica dei romanzi di Mr. Ripley. A giudicare dalla complessità del personaggio e dalle sue mille vite, siamo convinti di no.
E questo ci fa piacere.
DAS
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Trailer, Scheda, Recensione, Opinioni, Soundtrack, Speciale: intervista a Liliana cavani e John Malkovich
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