Prince of Persia: Le sabbie del tempo
L’esperienza di Mike Newell (regista tra gli altri di 4 matrimoni e un funerale, Donnie Brasco, Harry Potter e il calice di fuoco) viene messa al servizio di un blockbuster fracassone, ma remunerativo. Quanto meno sulla carta. “Prince of Persia – Le sabbie del tempo” sfrutta niente meno che un trend nato nel 1989 sui personal computer. Nel videogioco in questione si prendevano le vesti di un principe spadaccino che, per salvare in un colpo solo principessa e regno, veniva messo alla prova da numerosi trabocchetti e un cattivissimo visir. Nella trasposizione cinematografica sembra non mancare niente per lanciare una nuova saga cinematografica...
Il figlio adottivo del re di Persia viene accusato della morte del padre e cacciato dal regno. Per provare la sua innocenza e scoprire il vero traditore si farà aiutare da una agguerrita principessa, in possesso di un magico pugnale. L’artefatto è in grado di far tornare indietro nel tempo, ma capirne il funzionamento non sarà facile...
Evidentemente alla Disney avevano voglia di lanciare un’altra saga di successo dopo la trilogia de “I Pirati dei Caraibi”. Gli ingredienti ci sono tutti, e a produrre l’ennesimo giocattolone per tutta la famiglia c’è ancora il noto Jerry Bruckheimer. Un buon cast formato da Jake Gyllenhaal, Ben Kingsley e Alfred Molina dovrebbe assicurare un lavoro ben fatto... se non fosse che la sceneggiatura è tutta da riscrivere. Prince of Persia è il classico film in cui già dalle prime battute ci si rende conto che qualcosa non va. Fiduciosi, si procede nella visione, ma una trama frettolosa e dialoghi tagliati con l’accetta finiscono per confermare la sensazione iniziale. Peccato, perché evidentemente lo sforzo produttivo è altrettanto evidente. Il film di Newell gode di grandi effetti speciali e una ambientazione certamente magica. Purtroppo però riferimenti all’Iraq e dialoghi troppo improbabili per il tempo in cui la storia si sviluppa, rovinano il grande lavoro produttivo.
Oltretutto la recitazione del protagonista Gyllenhaal non convince: l’attore sembra più concentrato a fare pose plastiche e ammiccare, che a recitare in senso stretto. Il premio Oscar Sir Ben Kingsley non si rinnova, proponendo un personaggio simile a quanto visto nel fantasy “L’ultima Legione”. Su tutti spicca Alfred Molina, che aveva le carte per essere il vero protagonista del film.
Prince of Persia è il film che si ispira al videogioco omonimo e che cerca di catturarne l’essenza. Operazione riuscita a metà a causa del debole intreccio. Varrebbe la pena tornare indietro nel tempo e rifarlo da capo.
La frase: "Se non facciamo in tempo sarà l’Armagedon!".
Diego Altobelli
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