Piccoli ladri
In una Kabul devastata dalla guerra e dai bombardamenti, due bambini Zahed e Gol-Ghoti, si aggirano per le strade in compagnia di un cane randagio salvato dalla crudeltà dei loro coetanei. Non hanno una casa e non hanno nessuno che si occupi di loro. I genitori sono in carcere, la mamma con l'accusa di adulterio, il padre con quella di essere un guerrigliero talebano. La sera vanno a dormire nella prigione dove è rinchiusa la madre, di giorno cercano di raccattare un po' di legna e qualcosa da mettere sotto i denti.
Un giorno però il direttore del carcere decide di non consentire più ai bambini di pernottare in cella, quindi Zahed e Gol-Ghoti devono trovarsi una nuova sistemazione. Dopo una prima notte all'addiaccio i due provano ad andare a casa di un amico del padre, ma anche questi è stato arrestato, provano a tornare in carcere, ma un secondino li caccia via, provano a dormire in un vecchio maggiolino tutto scrostato, in cui uno dei tanti disperati ha fissato la propria dimora, ma vengono scacciati in malomodo.
Disperati, affamati e impauriti chiedono consiglio ad un altro ragazzo di strada. Questi suggerisce loro di guardare qualche buon film americano o, in mancanza d'altro, un vecchio film italiano per imparare a rubare ed essere sicuri di finire di nuovo in prigione e ritrovare così in un sol colpo la mamma, un tetto e un pasto caldo.
Zahed e Gol-Ghoti ci provano in ogni modo, ma proprio non riescono a farsi prendere dalle guardie…però quella vecchia pellicola che hanno visto dà loro una buona idea: perché non rubare delle biciclette? L'idea del film nasce in seguito al viaggio che la regista compie in Afghanistan nel 2002 al seguito di Samira Makhmalbaf per le riprese di "Alle cinque della sera".
Le vicende dei due bambini non sono totalmente inventate, anzi la verosimiglianza con la realtà che affligge il paese in questione è molto più forte di quanto si possa credere. Essendo un film realistico la regista ha preferito girare in luoghi reali con gente comune.
Non ci sono attori, anche se i due piccoli protagonisti, e in particolar modo la bambina, hanno un'espressività e un talento che a volte manca anche ai grandi divi. I suoi grandi occhi neri, i capelli spettinati, le gambette veloci e la voce profonda sortiscono un effetto devastante: sciolgono il cuore di chiunque, anche dei critici più cinici e freddi che escono dalla sala ammutoliti e commossi.

Teresa Lavanga

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