Daniel Day-Lewis
Nato a Londra il 29 Aprile del 1957, Daniel Michael Blake Day-Lewis è figlio del celebre scrittore Cecil Day-Lewis e dell'attrice Jill Balcon, nonché nipote del produttore capo degli Ealing Studios, Sir Michael Balcon; importante figura nella storia del cinema Inglese.
La carriera scolastica lo porta prima nel Kent a frequentare la tanto odiata Sevenoaks School, poi il ritorno a Londra alla Bedales School, di cui vanta un ricordo sicuramente più positivo. Successivamente frequenta i corsi di recitazione alla British Old Vic Theatre School.
A 16 anni venne ingiustamente accusato di essere tossicodipendente per aver ingerito una massiccia dose di pillole, un episodio negativo, questo, mitigato quasi due anni più tardi dal suo esordio nel grande schermo in "Sunday Bloody Sunday" di John Schlesinger. Negli anni '70 e nei primi anni '80 Daniel si dedica solo al teatro ed è lì che si compie la sua vera gavetta recitando con la Bristol Old Vic Theater Company, con la Royal Shakespeare Company e con il Royal National Theater. Tra le sue interpretazioni più significative, Another Country, Futurists e Amleto. Il kolossal "Ghandi" di Richard Attenboroug del 1982 segna il suo ritorno al cinema, cui fa seguito anche la partecipazione nel cast de "Il Bounty". Passano solo pochi anni e per Daniel inizia ad aprirsi la strada che lo porterà al successo, due film, l'elegantissimo "Camera con vista" di James Ivory e l'intenso "My beautiful laundrette" di Stephen Frears, mettono subito in risalto la sua grande versatilità nelle interpretazioni. Un particolare modo di recitare, quello di Daniel, che lo porta alla totale immedesimazione con il personaggio, come ne "Il mio piede sinistro" dove interpreta un pittore e scrittore paraplegico dalla nascita. Un successo che gli valse l'Oscar come miglior attore protagonista nel 1989.
A discapito del suo carattere molto riservato, la popolarità raggiunta e la travagliata relazione con l'attrice francese Isabelle Adjani, madre del suo primo figlio, lo portano sulle pagine di tutti i rotocalchi, e più precisamente nelle pagine di cronaca rosa dove non passa inosservata la comunicazione via fax con la quale l'attore chiude la relazione d'amore. Con "L'ultimo dei mohicani" di Michael Mann, "L'età dell'innocenza" di Martin Scorsese e l'emozionante "Nel nome del padre" di Jim Sheridan, con il quale conquista una nuova nomination agli Oscar prosegue la strada dei grandi successi. Di lui si continua a parlare tanto, grandi riviste come People Magazine, l'Empire Magazine inglese lo candidano di volta in volta tra i 50 attori più belli al mondo, tra i 100 più sexi o importanti del mondo…
Ecco, quindi, che il bisogno di una pausa e di un po' di anonimato lo porta a trasferirsi a Firenze con la moglie Rebecca (figlia del celebre drammaturgo Arthur Miller) che due anni più tardi lo fa diventare padre per la seconda volta. Nelle vicinanze di Palazzo Pitti viene assunto da un laboratorio specializzato nella realizzazione di scarpe su misura da uomo.
Sarà Martin Scorsese a convincerlo a tornare sul set per prendere parte al colossale progetto di "Gangs of New York" (2002), che gli fa conquistare immediatamente una nuova nomination all'Oscar come miglior attore protagonista per il ruolo dello spietato Bill Cutting, detto "il macellaio".
Daniela Fischetti
(aggiornato al 21/03/2003)
|