Ebbene, dopo questo film ho deciso indubbiamente di non guardare più film drammatici, evidentemente non è il mio genere. Un film che sembra più un documentario, non metto in dubbio la recitazione, ma in tutto il calderone di negatività non vedo una trama solida. Il film ti mette una tristezza immane, oltre a ciò c'è poco da dire. Lo sconsiglio vivamente e oggi mi guarderò un film di Pierino per controbilanciare.
Un film vero che racconta le difficoltà di vivere una tragedia familiare, e cerca di farlo col miglior metodo possibile, senza perdersi in eccessi. Una domanda per valerio: che stato civile avrebbe per aver capito il film?
Mi sembra che nè l'autore della recensione nè coloro che hanno inviato la loro opinione abbiano colto l'elemento centrale del film, cioè la domanda che ci si pone di fronte a immani tragedie: "Se un Dio esiste, perchè non impedisce che succedano?".
La risposta che viene data dalle persone colte ha a che fare con il libero arbitrio; quella che viene data dai poveri di spirito che si lasciano abbindolare dalle terapie di gruppo è del tipo: "Dio ha voluto un altro angelo vicino a sè", come abbiamo sentito dire nel film.
La protagonista è troppo intelligente per accettare tali stupidaggini e non riesce a darsi pace, finchè non viene al corrente della teoria scientifica del Pararrel Universe. Così trova sollievo al proprio dolore pensando che molto probabilmente esiste, nell'universo infinito (non molto grande, infinito!) almeno un altro mondo identico al nostro, dove vivono persone identiche a noi. Ma in quel mondo, per una concatenazione diversa degli eventi, suo figlio non muore e la famiglia rimane una famiglia felice. Allora, un po' rasserenata da questo pensiero, trova la forza di tentare di ridare un senso alla sua vita coniugale, anche se il marito è di quelli che la consolazione la cercano solo nel sesso.
Un discorso analogo potrei farlo per la colonna sonora.