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L'uomo nell'ombra

Opinioni presenti: 32
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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Un periodo di pensiero debole

(9/10) Voto 9di 10

Leggendo le altre critiche ho maturato la convinzione che sempre più il pensiero debole stia prendendo campo. Mi trovo completamente concorde con le opinioni del critico e penso che quasi ogni film di Polanski sia una sana boccata di buon cinema. Credo che la frase di un lettore " forse ha solo due pagine di sceneggiatura in più di avatar" sia perlomeno discutibile. Io invece ringrazio Roman per continuare a credere nel Cinema.



Giuliano, 61 anni, Scandicci (FI).




Deludente e noioso

(1/10) Voto 1di 10

Sono andata a vedere questo film perchè attirata dal nome di Polansky e per il giudizio della critica molto positiva che lo accosta perfino ad Hitckock in realtà mentre Hitckock conosceva l'arte di mantenere viva la suspence anche se non succedeva niente , qui non succede niente almeno nella prima parte , ma non c'è ombra di suspence.Il finale è a sorpresa, ma non tale da valer la pena di restare fino alla fine.



Isabella, 60 anni, Mantova (MN).




di classe

(8/10) Voto 8di 10

non era più semplice intitolarlo Ghost writer, visto che spesso si mantiene il titolo in inglese? comunque un bel film, soprattutto per l'ambientazione, livida e straniante in un paesaggio marino freddo e selvaggio e per il protagonista , coinvolto quasi suo malgrado in una storia di intrallazzi CIA, che interpreta con grande naturalezza il suo destino beffardo che lo stritola in una vicenda forse un po' scontata ma orchestrata con atmosfere di classe. Efficacemente schizzati gli altri personaggi.



Sandra, 56 anni, Modestaprovincia (AP).




Opera politica.

(4/10) Voto 4di 10

Film tecnicamente discreto è appesantito dalla prospettiva politica molto discutibile. Costruito per colpire la figura di Blair e la politica degli Stati Uniti, con la cui giustizia il regista ha un pesante conto in sospeso, getta fango anche sulla moglie del primo ministro inglese, che certo non è responsabile delle scelte del governo britannico. Opera di subdola propaganda di un maestro del cinema che evidentemente non ha più nulla da insegnare. Da vedere con occhio critico, se non si ha altro da fare.



Carlo, 51 anni, Modena (MO).




Non oltre il "discreto"

(7/10) Voto 7di 10

Sinceramente, dopo la lettura di recensioni molto entusiastiche sull'opera, mi aspettavo una pellicola con atmosfere angoscianti à la "Frantic" o, perchè no, del tipo "inquilino del terzo piano", ma anche di derivazione "bitter moon" e in ogni caso claustrofobiche, nel solco di quelle cui il regista, negli anni '70, ci aveva abituati [dopo il percorso artistico intrapreso dal cineasta è cambiato, come testimoniato dall'ultima produzione]. In realtà il film, almeno nel primo tempo, non offre quello che il trailer promette: in parte urtante (non è beninteso una critica) la descrizione del paesaggio (umido, nuvoloso, ventoso) e forse un pò lento il decollo narrativo; nel secondo tempo il ritmo diviene più incalzante ma, secondo me, secondo i canoni tradizionali "thriller classico", senza che nello spettatore si insinui quella paura, quello stato di angoscia e di attenzione spasmodica cui ci aveva abituato in qualche opera, nel lontano passato, il regista. Fa un pò eccezione il finale, giustamente corroborato dalla voluta decisione di far immaginare allo spettatore qualcosa che (esplicitamente) non viene mostrato. Mi verrebbe infine da aggiungere che, aldilà della facile retorica sul film (era un ipotetico "Blair" l'ex-presidente? o altre idee fantapoliche che un pò qui e un pò là si sono lette sulla stampa non specialistica; io non voglio entrare nel discorso), il film non riesce ad essere intrigante più di tanto nonostante la mano solida del regista e l'abilità nella descrizione dei personaggi, della loro psicologia e degli avvenimenti siano comunque ben presenti. Pur meritando quindi il film la visione, reputo che Polansky possa fare molto di meglio. Un plauso comunque a Ewan Mac Gregor, in perfetta forma!



Maurizio, 50 anni, Rovereto (TN).





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