Il claassico esempio di grande cinema italiano che passa in sordina perché non dispone del budget di film molto meno validi quali le varie Vacanze di Natale e via dicendo. Un cast formidabile che fa di questo film una perla nascosta tra tante conchiglie vuote molto più pubblicizzate ma molto meno significative. Due ore che scorrono via piacevolmente e che fanno parlandone, fanno però almeno scendere un po' di ottimismo su una situazione che ormai in Italia riguada quasi tutti i giovani. Godibilissimo.
Il titolo fa capire di cosa si parla in questo film anche se inrealtà la ricerca (e la conservazione) del posto di lavoro non è altro che il collante di una storia d'amore triangolare, quindi nulla di nuovo sugli schermi. Sceneggiatura simpatica, dialoghi briosi, attori discreti anche se Carolina Crescentini e Alessandro Tiberi sono in grado di prestazioni decisamente migliori. Il finale poi è fortunatamente quello migliore, soprattuto per i buonisti e sentimentali. Sicuramente un film decisamente sopra la media dei prodotti del cinema italiano.
A me il film è piaciuto soprattutto per come, nel corso della pellicola, sono gli stessi personaggi a citare più volte una trama già sentita, trita e ritrita e a ironizzarci su. Il film è fatto con intelligenza e soprattutto rispecchia benissimo (almeno per me) il sentire quotidiano della generazione nata alla fine degli anni '70 a cui appartengo. Certi spezzoni me li sono sentiti cuciti addosso, la scena poi di Brasile-Andorra con la playstation è memorabile, e credo dica molto dei ragazzi (non ho volutamente scritto "uomini") della mia generazione, la quale non ha nè vinto nè perso poichè, fattore ancora più umiliante, non gli è stata data nemmeno la possibilità di battersi. E questo, nel film, traspare chiaramente.
Piacevolmente colpito da un film con una sceneggiatura mai scontata e spesso divertente. Gl attori danno una buona prova e il regista riesce a mantenere un equilibrio nel racconto, tra il dramma sociale dei precari e la commedia pura.
Dalla quantità dei commenti, non si evince che il film non sia stato gradito, ma piuttosto che non sia stato supportato a dovere dai media, dalle produzioni, dal marketing che gira intorno al cinema ma che tralascia spesso il vero cinema italiano, quello di Massimo Venier, splendido, vivace, che parla dell'Italia, degli Italiani, all'Italiana, senza scimmiottare un ciò che non ci appartiene, senza inventive per vendere di più: sincero. Il protagonista è davvero capace di mantenere l'intero film con grande talento, ti fa amare il personaggio, il co-protagonista lo conosciamo tutti, la parte comica, di lui non c'è nulla da aggiungere a ciò che già conosciamo e le attrici, formidabili, non sbavano come nei film di Natale, dove tutto fa brodo per tirare un po' di soldi al botteghino, ma recitano. Nella scia di Santa Maradona, del Paz e non assolutamente del filone di Notte prima degli esami. Questo è un grosso complimento, vuol dire che è un film intelligente e appunto, il vero cinema italiano che dev'essere supportato.
Alessandro Cascio Shovinskij