Il claassico esempio di grande cinema italiano che passa in sordina perché non dispone del budget di film molto meno validi quali le varie Vacanze di Natale e via dicendo. Un cast formidabile che fa di questo film una perla nascosta tra tante conchiglie vuote molto più pubblicizzate ma molto meno significative. Due ore che scorrono via piacevolmente e che fanno parlandone, fanno però almeno scendere un po' di ottimismo su una situazione che ormai in Italia riguada quasi tutti i giovani. Godibilissimo.
Il titolo fa capire di cosa si parla in questo film anche se inrealtà la ricerca (e la conservazione) del posto di lavoro non è altro che il collante di una storia d'amore triangolare, quindi nulla di nuovo sugli schermi. Sceneggiatura simpatica, dialoghi briosi, attori discreti anche se Carolina Crescentini e Alessandro Tiberi sono in grado di prestazioni decisamente migliori. Il finale poi è fortunatamente quello migliore, soprattuto per i buonisti e sentimentali. Sicuramente un film decisamente sopra la media dei prodotti del cinema italiano.
Per quanto affrontare con leggerezza e un po' di zucchero quel "tirare avanti" senza nemmeno lamentarsi troppo, che in fondo è la condizione dei giovani di oggi, il film purtroppo non si capisce da che parte voglia andare...
parlare di amore? di amicizia? di una crisi esistenziale? il problema non è tanto questo poi quanto il fatto che non vengono date delle risposte, o meglio, le risposte sono estremamente inverosimili e stereotipate, come i personaggi del resto, l'aspirante professorina acqua e sapone, il ragazzo "strano" eternamente sfidanzato, la donna in carriera dipinta come cinica e arrivista...non c'è spessore in questi personaggi
non c'è nel protagonista, che disinvoltamente gioca con i sentimenti altrui, in fondo egoisticamente, non riesce a decidersi mai veramente, anche quando sembra aver scelto il "quieto vivere" e la sua vita un po' superficialmente, ricordandoci forse che in fondo, dai trentenni di dieci anni fa, quelli dell'Ultimo Bacio di Muccino, in fondo è cambiato ben poco, con la differenza che quelli almeno avevano più possibilità lavorative e una famiglia, questi, avendo perso anche questo, si lasciano vivere, senza la capacità di reagire.
Ma sono davvero così i ragazzi di oggi?
Concordo con chi sostiene sia un film sottovalutato. Fra i film generazionali (di cui sono inesperto) mi sembra un bel esempio di come si possa raccontare una sensazione collettiva senza la pretesa di stabilirne i confini. Film godibilissimo che scorre senza grasse risate, ma costellata d'intelligente ironia.
Assegno "solo" un otto perché dieci è Truffaut,Kubrick...
Piacevolmente colpito da un film con una sceneggiatura mai scontata e spesso divertente. Gl attori danno una buona prova e il regista riesce a mantenere un equilibrio nel racconto, tra il dramma sociale dei precari e la commedia pura.