Ad esclusione di una buona interpretazione, comunque nè inedita nè da capolavoro, di Julianne Moore il resto del film è da buttare. Così come è da buttare l'interpretazione di Jackson che, sebbene sia sempre ad alto livello, non è credibile.
L'impressione che mi sono fatto è che si tratti di un film pasticciato di brutto nella sceneggiatura, col risultato che il tutto è esagerato, poco credibile, sconclusionato, scontato.
Se c'è un film per mandare al massacro due buoni attori è questo.
In effetti non può definirsi un capolavoro, tuttavia non si tratta nemmeno di un film così brutto! Samuel Jackson interpreta ottimamente il poliziotto Lorenzo, un uomo che non sceglie sparatorie ed inseguimenti mozzafiato ma dialogo e civiltà in un luogo ghettizzato e difficile. La Moore non sembra a proprio agio in un ruolo, in effetti, di donna alquanto insopportabile. E il doppiaggio petulante certo non aiuta. L'inizio del film è decisamente bello ed intrigante, poi, come già evidenziato da altri commentatori, il thriller (o giallo, che sia) lascia spazio a situazioni introspettive di dubbia consistenza, annacquate da dialoghi poco incisivi e melensi. Insomma, Freedomland è una pellicola che si lascia guardare ma non fa gridare al capolavoro. Secondo me, è proprio l'interpretazione di Jackson a far alzare la media...
Non so se è un capolavoro; non so se è un gran film; so solo che mi ha procurato una forte emozione guardandolo l'altro giorno su Sky. Non l'avevo mai visto nelle sale, non so nemmeno se è uscito. Ma adesso mi spiego perchè. I film come questi non fanno cassetta perchè sono dei veri calci nello stomaco. E' un film che fa male, è un film che fa pensare, meditare: due ragioni sufficienti per non fare pubblicità al film. La terza ragione è che Julianne Moore è qui una sciatta donna fuori di testa imbruttita ad arte e Samuel Jackson è qui un poliziotto eroe che non compie inseguimenti mozzafiati e non spara, anzi le prende.
Tre ragioni che mi hanno reso gradevolissimo questo film, vera sorpresa. Non voglio entrare nell'ambito puramente artistico: non mi interessa. A me interessa quel che mi ha detto dentro e me ne ha dette di cose. Me ne ha dette tante sull'odio, sull'umana pietà dei pochi, sulla disperazione di tanti che vengono lasciati ai margini della società; sulle tragedie quotidiane... ma mi ha detto tanto anche su dialoghi finalmente decenti, su introspezionoi finalmente ragionate e ragionevoli, sull'abilità del regista a creare una suspense emotiva che alla fine scoppia irrefrenabile in un grande pianto (anche se virtuale) e su un piccolo giocattolino, una piccola moto su un tumulo di terra smossa accanto a fiori e pensieri. Un giocattolino che piaceva tanto o che sarebbe piaciuto tanto a quel povero bambino morto così insensatamente e che mi fa ricordare con un groppo alla gola i poveri piccoli morti nostri: il piccolo Tommy, il piccolo di Erba, il piccolo fratellino di Erika , i piccoli fratellini di Gravina e, scusatemi, ma non riesco più ad andare avanti...
Rivedendolo mi devo ricredere!!si non e un capolavoro ma riserva qualche ripiego interessante,si con un pelo di intrigo in piu poteva essere meglio ma d'ogni modo si puo guardare alla fine mentre la prima volta l'ho scartato a priori!!