é triste constatare come in questo paese il cinema raramente ha degli spunti geniali. I registi, vedi vanzina, o pieraccioni, si adattano all'ignoranza abissale del pubblico italiano, erede una volta, di Machiavelli e Boccaccio,Fellini e Pasolini, oggi adusi ai "grandi fratelli" e ai cinepanettoni che fanno il pieno di spettatori. Del resto il Berlusconiano addormentamento della ragione da i suoi frutti. Ma il sonno della ragione genera mostri. Trovo il film di Bellocchio uno dei + belli degli ultimi anni, poetico, incisivo , originale, struggente, interpretato magistralmente dal nostro miglior attore contemporaneo.
Nonostate un bravo castellitto trovo il film insipido, confuso.
concordo con chi chiede ai critici da dove si capisce la crisi del regista.... ed anche il finale è molto criptico.
meglio topolino
Gran mestiere, ottimi attori, qualche frase ad effetto, contorcimenti visivi (e non solo) e tutti gli intellettuali in eccitazione di fronte all'epifania! Bellocchio è come quei supermercati americani che non chiudono mai, fa l'intellettuale a tempo continuato, senza neanche la pausa pranzo.
l'immagine prevale sulla storia ..o la storia è l'immmagine?
seguendo le scene del film, non si comprende mai se la macchina da presa è dentro o fuori. Per tutto lo svolgersi della vicenda è un continuo chiedersi chi è dentro e chi è fuori. Chi è ripreso l'attore o lo spettatore? Noi spettatori siamo dentro o fuori dal film?
Anche i protagonisti sono continuamente coinvolti in un gioco di dentro e fuori.. le finestre della casa... il cancello della villa....il treno!
Chi è prigioniero e chi è libero ci si domanda in continuazione in un film complicatissimo in cui anche il finale non sfugge a questo stereotipo......i due fugitivi sono dentro o fuori?
Grande regia: ogni attore o comparsa è curata nei minimi particolari. Commovente perfino nei provini delle aspiranti attrici (dialogo Lucia e Don Rodrigo). Musiche da brivido, volti, sguardi primi piani da pittore. Ironia ed autoironia che rendono spesso comici gli atteggiamenti drammatici (“noi lavoriamo dalla mattina alla sera per pagare voi artisti”).
La storia del po**ino al regista è geniale, come è geniale giocare sui nomi delle persone (la principessa Bona, il regista Smamma). Castellitto mi aveva colpito già nell’immagine della locandina nel film. Lui commuove e fa ridere insieme.
La storia principale è semplice: un regista, incaricato di girare un film su un matrimonio celebrato solo per salvare una famiglia nobile dal disastro economico, si innamora della sposa e la salva. Il resto è un mondo perduto. Una chiesa fatta di riti pagani e quasi tribali. La fine di ogni passione per la bellezza, i giudizi caustici sui modelli culturali catto-comunisti e sul vuoto lasciato.
Non ero abituato ad un Bellocchio così grande.
Perché tanti giudizi negativi tra il pubblico? Forse è gente che ama quei terribili filmini dei matrimoni che oggi tutti, indistintamente, si fanno fare?