A volte si crede di sapere le cose, poi basta rivedere una storia come questa con quel sottile e delicato rapporto tra le due donne per lasciare un segno di sofferenza indelebile nel cuore, e ti riporta alla cruda realtà.
Film che ho trovato davvero eccellente, uno dei più convincenti di questa stagione, premiato con un "orso" a mio avviso ben assegnato.
Scegliere di parlare degli "stupri etnici" nei balcani, ossia di questa terribile pagina di nostra storia europea contemporanea è già una scelta coraggiosa, ma difficile; credo che il film abbia trovato il giusto modo, il giusto punto di vista, partendo, 12 anni dopo, dalle domande sempre più ossessive di una ragazzina alla madre: una di quelle ventimila donne che furono 'oggetto' di stupri.
Tutto questo in un contesto odierno quasi 'normale', di una città europea che è o vuol essere normale, con ragazzi normali, con persone che affrontano problemi quotidiani anche gravi ma pressocchè normali. Ma è una realtà in cui, a tratti, irrompe e riemerge il passato: con Esma, l'eccezionale protagonista, che ogni tanto, innescata da accidenti anche casuali, viene presa dall'antica pervasiva angoscia. Tutto questo senza neanche una sola scena di quell'inferno (in linea con la migliore estetica greca: la tragedia davvero valida, efficace, non ha a che fare con la rappresentazione esplicita dell'orrore, anzi la rifugge), ma con la capacità di trasmettere nello spettatore ansia, compartecipazione e 'compassione' in modo mirabile e pienamente efficace.
Secondo m'è si nota, in positivo, il tocco d'una regia femminile
Le parole non dette esprimono tutte le difficolta' di un esistenza segnata da un dolore personale e condiviso, la sofferenza di una donna tra le donne che evidenzia i traumi ormai indelebili, fisici e psicologici, che ogni guerra si porta dietro... nella fatica quotidiana a relazionarsi nel lavoro, negli affetti e nell'amicizia, all'interno di una societa' in cui sono tutti reduci da lutti e lesioni, si fa largo una partecipazione comune alla solidarieta', dove le parole non dette prendono lentamente forma, rilevando che l'unico denominatore plausibile e' l'amore, il solo capace a restituire quella speranza momentaneamente scomparsa... un film pieno di vita, in cui zbanic riesce ad esternare in modo dettagliato un emotivita' difficile da comunicare.
Ho trovato questo film pieno di contenuti, molto intenso e perciò molto bello.
Fa riflettere su come dentro ognuno di noi, all'apparenza "normale", possa celarsi un grande dolore.
Trailer italiano (it) per L'ultima volta che siamo stati bambini (2023), un film di Claudio Bisio con Alessio Di Domenicoantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis.