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Jarhead

Opinioni presenti: 66
Media Voto: Media Voto: 7 (7/10)

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chi di voi vorrebbe vedere la sua tipa con un altro??

(8/10) Voto 8di 10

Bel film, la guerra è come deve apparire, inutile e confusa per chi la fa e per chi la vede in televisione. Ottimi colori e bella fotografia, il deserto è impressionante quasi psichedelico. Non ci sono troppe forzature. Non vuole essere una dimostrazione di tattiche belliche e esplosioni pirotecniche. è un film che non lascia intendere il punto di vista del regista, per molti versi è un po' ambiguo, cosa per altro non negativa. Guardatelo



Patrizio, 45 anni, Locri (RC).




Un jarhead resta sempre un jarhead!

(7/10) Voto 7di 10

Ami la tua donna, cambi il pannolino al bambino... "se sei un jarhead resti sempre un jarhead". Credo che la frase con cui il protagonista apre e chiude il film sia la migliore metafora del mondo marines, del mondo soldato, di una certa visione della guerra. Il film scorre lento, ma secondo me non annoia mai. Non lo indicherei tra i dieci più bei film che ho visto negli ultimi anni ma credo si possa definire una buona pellicola. La colonna sonora che qualcuno trova sbiadisca i momenti più intensi e drammatici, è per me perfettamente in tema con l'anima del film: una lunga e dissacrante teoria di sottolineature, a volte persino grottesche, ma consapevoli. L'ho gradita molto! Bello il montaggio e la fotografia, giocati in chiave bassa, si accordano perfettamente con la lentezza estenuante delle giornate dei soldati colme di un infinito vuoto e che sfociano nella paradossale paranoia dell'attesa del nemico e di quell'unico colpo di fucile non sparato che avrebbe dato un minimo significato a tutta la missione. Da vedere ma non "da non perdere"



Maurizio, 43 anni, Raiano (AQ).




la non guerra

(7/10) Voto 7di 10

un film sulla guerra in irak ( la prima ) e' un frullato cinematografico di tanti altri film ( mitici) come full metal jacket,apocalypse now,il cacciatore.l'inizio riprende la caserma dove zio stanley ha girato fmj , e il film e' incentrato sulla gloria del colpo solo, singolo e preciso ( filosofia del cacciatore).bisogna dire che nel film i capolavori sopracitati sono ampiamente mostrati da mendes,senza voler attingere al loro immaginario collettivo ingannando lo spettatore non preparato che pensa a chissa' che genio del regista che li usa ( la cosa e' molto piu' frequente di quanto si pensi...) : fatte queste premesse bisogna dire che il film non e' malaccio, macho al punto giusto e senza troppa morale, i marines vengono indottrinati ma la loro indole verso l'uccisione e' sincera e voluta, come e' in fondo nella realta',consapevoli di essere macchine di morte e la cosa peggiore che gli puo' capitare e' che qualcuno gli impedisca di uccidere il nemico.Tutti i protagonisti sono sincopati,violenti e folli ( x natura o per situazione ).iL film e' ideologicamente diviso in 2 parti , come in fmj una nella caserma e una nel campo da ( non ) combattimento,e la migliore e ' sicuramente quella nel deserto perche' piu' diversificata nelle situazioni, con un lavoro sulla psiche dei personaggi piu' stratificato.Belle le situazioni notturne, dove in fondo il lavoro di distruzione degli aerei non gli permette il combattimento tanto agognato ma crea delle situazioni oniriche ,con paesaggi desertici illuminati e uomini infangati e coperti di nero del petrolio che brucia ( la terra sanguina....) .Un film che non denuncia e non critica nulla in fondo,rimane un po' a se' perche' il pensiero dei protagonisti e' solo di rassegnazione e consapevolezza di essere marines,giusto o sbagliato che sia. Il suo grosso difetto e' non la mancata o presente denuncia di fatti o misfatti,ma quanto piu' la stiratezza delle situazioni che molte volte si ripetono ( la tiritera che essere marines e' essere nella m**** a vita e' presentissima, con gabinetti sempre presenti e latrine dovunque ) , la troppa citazione che alla fine puo' infastidire ( l'inizio e' identico a fmj ) e la paradossalita' di alcune situazioni.( che senso ha scavare buche nel petrolio? possibile che la compagnia prosegua l'occupazione del deserto solo in otto ?si puo' cucinare dei wurstel sulle casse di ........ ?) .La regia e' comunque ottima e il regista di american beauty si conferma talentuoso.un bloopers e una curiosita': sono inquadrati dei pc con schermi ultrapiatti flat ( nel 90 non c'erano) e viene utilizzato per una parte cameo lo strepitoso padre marine foille di american beauty.Per una serata di dismpegno va bene, oltre per me non arriva a pungere la coscienza......



Pietro, 41 anni, Gessate (MI).




Nè carne nè pesce, forse un contorno ...

(6/10) Voto 6di 10

Sembra che Mendes in questo suo film abbia fatto un melting-pot dei più famosi film sul Vietnam. Si inizia che sembra di essere (sfacciatamente) in "Full metal jacket", si continua con riferimenti ad "Apocalypse now" e con scene che ricordano alcune situazioni de "Il cacciatore" e infine c'è anche un pò di "Platoon", nei rapporti esistenti tra i vari personaggi della vicenda e sulla loro caratterizzazione. Insomma, apparentemente nulla di nuovo ... anzi, tutto sà, e per certi versi in modo irritante, di già visto. Ma qualcosa cambia. Innanzitutto l'ambientazione: non c'è la giungla ma il deserto. Poi cambia il nemico, che qui praticamente non si vede in tutto il film, un nemico invisibile, esattamente come sono invisibili, per quella guerra, le truppe che sono al centro della vicenda. Infine, nota più saliente del film, i protagonisti di questo film di guerra non partecipano in alcun modo alla guerra: nessuno di loro, in tutto il film, spara un solo colpo in direzione del nemico. E quest'ultima è la novità assoluta del film, novità che, per quel che mi riguarda, gli fà meritare la sufficienza. Non è un film che definirei anti-militarista ma piuttosto un film di denuncia contro la stupidità insita nella guerra. E forse anche una denuncia contro le nuove guerre, dove vengono mosse centinaia di migliaia di soldati, quasi per "facciata", esattamente come pedine di Risiko, ma che poi vengono decise da una tecnologia ormai incontrollabile ed estremamente distruttrice. Per questi motivi credo che sebbene non entusiasmante, sia comunque un film da vedere, anche se molti dialoghi e molte situazione sanno di trito e ritrito. Diciamo che non bisogna aspettarsi un lavoro sui livelli del bellissimo "American beauty"; siamo abbastanza lontani da quel film, anche se pure in questa occasione Mendes mostra di sapere bene che cos'è il cinema.



Tomyam, 40 anni, Torino.




Bello

(10/10) Voto 10di 10

il films è un pugno nello stomaco. Come nella migliore tradizione di Sam Mendes che anche questa volta non si è tirato indietro nello scagliarsi contro uno dei maggiori simboli dell'americanismo: il corpo dei marines. Qui la critica si fa piu' collettiva, rispetto ad America Beauty dove era in corso un dramma tutto privato. Non è un film contro la guerra, d'altro canto non è nemmeno un film di guerra. Questa è vista come un chimera, con un'esagerata aspetttiva, come un regalo da aprire la notte di Natale. E la delusione è cocente. La fotografia è ottima come del resto anche la recitazione che conferma Jake Gyllenhaal un attore veramente talentuoso e poliedrico. Veramente un bel film.



Clelia, 40 anni, Torino (TO).





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