Io ho scritto più volte, in queste mie modestissime opinioni, di non apprezzare molto il cinema italiano oramai corrotto dai Vanzina o peggio. Devo però dire che Scola è un grande regista del quale ho già apprezzato alcuni altri lavori. Vedo purtroppo che le opinioni dei giovanissimi non è delle migliori visto che siamo abituati a film con un ritmo più serrato. Qualcuno dice che questo film è "lento", è vero se ci aspettiamo un film che porta gli ebrei nelle fornaci, qui il tema viene toccato in modo assolutamente più delicato e la commozione ed il riso, magari un pò amaro, non mancano. La storia è una storia di vita normale in un periodo non normale, il tema trattato è svolto con grazia ed autenticità. Ho visto molti film sul tema e forse oltre a quelli propriamente di genere visto di solito con gli occhi delle vittime in questo film si è spostata l'attenzione su Umberto che credo sia il vero protagonista. Leone è qui la vittima e subisce il dramma ma il dramma interiore lo subisce soprattutto Umberto che non riesce a capacitarsi di questa situazione pur non potendo/volendo far nulla per opporsi, in questo è chiaro il fratello professore. Per la prima volta, credo, il film non è incentrato nè sulle vittime nè sui carnefici ma sulle persone che stanno intorno, la cosiddetta gente "normale" che vede sparire vicini, colleghi, amici solo perchè ebrei. In questo film Scola scandaglia il pensiero di quelle persone che non vengono "concentrate", si occupa di quelli che rimangono al sicuro nelle loro case ma logorati dentro per l'ingiustizia che sanno bene si sta perpetrando mentre sempre più persone (il cognato, la commessa) aderiscono al progetto razzista Mussoliniano. In questa ottica il film di Scola è un opera unica e di indubbio valore. Una testimonianza sincera del dramma subito dagli ebrei e della risonanza che questo ha avuto sui loro più diretti conoscenti. Spero che si torni a trattare ancora il tema da questa ottica che credo possa portare ancora ottimi contributi alla testimonianza di quello che è stato soprattutto a beneficio di future generazioni. Sono con Scola per il fatto che non ci sono stati grandi momenti di comicità, anche se c'è stata una risata che vale per qualunque film comico, ma non credo sia possibile, se non per Benigni, trattare un tale tema ridendoci sopra. Bellissima la scena finale, un autentico quadro.
Un film interessante che con la storia di due piccoli commercianti fa capire appieno la serietà dell'orrore del fascismo senza per questo dover per forza mascherare la "grande catastrofe".
Credo che il film rispecchi la realtà di quel periodo e inoltre mi sono potuto fare un'opinio mia sulle idee razziste e antisemite. mi è piaciuto soprattutto l'amicizia tra i due bambini e anche la scelta del regista di far raccontare la storia dagli occhi e da i disegni di un bambino...ottimo film un 10 lo merita tt
Sono uno dei pochi a cui non è piaciuto per niente "La vita è bella". Fare un film sull'antisemitismo mostrandone gli aspetti più tragicamente spettacolari è una cosa. Altro è trasmettere emozioni partendo dalla storia di due semplici commercianti (di cui uno ebreo) che affrontano e subiscono le problematiche dell'epoca. Gran bel film. Bravo Scola.
Certo,non si poteva pretendere che il vecchio Scola girasse con la camera a mano o che montasse il film alla maniera di "Matrix",tuttavia la lentezza di questo film ,a tratti,è davvero esasperante.Il tema è nobile ma è sviluppato senza pathos,senza un crescendo di emozioni.Questa,probabilmente,è una scelta del regista che ha voluto privilegiare l'aspetto ironico,il "sottovoce".
Poco credibile anche l'ambiente ricostruito,il quartierino romano risulta davvero finto e pacchiano,idem la descrizione di alcuni personaggi tratteggiati in modo fin troppo pittoresco (il commissario di polizia,il cognato fannullone...).
Resta il cast davvero importante,anzi Abatantuono risulta davvero credibile e batte ai punti il sempre ottimo Castellitto.
Sufficienza stiracchiata.