nel 2001 sono stato intervistato su radio alice per la realizzazione di un documentario sul tema, di Chiesa: "Alice è in paradiso" che mi dicono sia nel DVD del film. Il materiale utilizzato per il documentario, insieme ai quotidiani locali dell'epoca, è l'origine della sceneggiatura di "lavorare con lentezza" ...
Da testimone dei fatti trovo anch'io incongruenze e stereotipi ingenerosi ma Chiesa ha sempre ribattuto che il suo non era un film di ricostruzione storica e quindi la fedeltà ai fatti reali non era un obiettivo.
Di sicuro si poteva far meglio ... rimane oscuro, per me che sono ultracinquantenne, di come sia rimasto misterioso il nostro essere ventenni contestatori ma propositivi. Credo che tutte le generazioni soffrano varie forme di disagio, individuali o collettive che siano, ma in quegli anni in tanti ci mettemmo a ridiscutere le regole e i regolamenti del potere.
Nessuno ne parla, lasciando così spazio al mito. Peccato.
Questo era un film che almeno a Bologna si aspettava da tempo dato che si è sempre parlato e discusso di Radio Alice in vari ambiti cittadini, ma mai ne era venuto fuori qualcosa. Lo si è capito dalle lunghe file che per mesi si sono viste fuori dai cinema in città.
A parte ciò il film è un'opera senza infamia e senza lode con pregi e difetti. Per quanto riguarda i primi, perfetta è la "bolognesità" del film con l'uso di parole dialettali e termini gergali usati sempre dai giovani anche oggi come soccia,infoio,bona,imbezel ecc che fanno entrare meglio nell'ambiente socio-cittadino (anche se capisco che magari per uno non bolognese il tutto possa sembrare incomprensibile). Ottime le scene finali degli scontri tra manifestanti e polizia a detta di molti vicinissime alla realtà e ai fatti accaduti( per esempio il ristorante "Cantunzein" in piazza Verdi fu realmente svaligiato in quei giorni).I secondi sono forse maggiori ai primi. Fuori ruolo la Pandolfi-avvocato, ingabbiato in un ruolo non suo e troppo limitato Mastrandrea, pieno zeppo di stereotipi la ricostruzione degli abitanti della radio( la scena in cui il ragazzo della Pandolfi litiga con lei e apre le porte delle varie stanze per trovare un luogo in cui parlare e trova in successione, quelli che gli occupano la camera, i gay a letto e i due che si fanno le pere è ridicola!), le scene tipo film russi anni '20 messe a casaccio solo per guadagnare tempo, l'uccisione di Francesco Lorusso non avvenuta nella strada che fa vedere il film (vabbè pazienza), l'esistenza del quartiere Safagna,ma chi l'ha mai visto!?, l'unione lasciata intendere tra la rapina in banca e i ragazzi di Radio Alice che non è mai stata trovata nei processi fatti dopo la chiusura della radio.
Dunque, per fortuna che alla fine il film è stato fatto dato che Radio Alice doveva essere ricordata, ma il ricordo è forse un po' troppo sbiadito e raffazzonato. Aspettiamo che magari qualcuno voglia riaffrontare in una chiave cinematografica migliore la questione.
questo film e' terribile..non ha senso,non ha storia...ne sono rimasta disgustata
questa non e' arte cinematografica ma delirio d'ignoranza,banalita' e luoghi comuni...
un film che tutti i proprietari di videoteche dovrebbero eliminare...e nom pensate che stia esasgerando chiunque con un minimo di culto per il bello e per l'arte lo capirebbe....
Ho visto il film appena ieri, con diversi mesi di ritardo....opinione: delusa...molto delusa.
penso sia veramente penoso pensare che per rottura, per sovversione si debba intendere nulla facenza, ragazzotti che si barricano dietro a finte idiologie per nascondere una natura "umana"materialista, vecchia come il mondo....si certo epoca di contraddizioni ma nel film queste non si evince se non labilmente, le idee politiche sono molto flebili in confronto alla voglia pura e semplice di trasgredire....e' stato veramente così?io sono nata nel '73 a bologna e,l'eredità, il vuoto che questa spaccatura ha generato non può essere così banale...altrimenti non ci resta che piangere e sperare in un dio minore
Film discreto, senza troppo pathos, come quelli di Chiesa del resto, un po' freddi, asettici, benchè sempre seri ed eleganti. Bravi i due protagonisti, eccezionali Binasco e Mastrandrea.Una Pandolfi sexy, ma sempre un po'lasagna. La scena finale ruba il sorriso, l'unica purtroppo...in fondo la serietà non è sinonimo di grigiore e non nega la scanzonatura o l'ironia.