Baran è la storia di due ragazzi che vivono ai limiti del mondo:il primo è sfruttato dal suo capomastro che come dice lo stesso protagonista con le lacrime agli occhi:"quando si tratta di lavorare non vuol sentir ragioni, quando chiedo, come è giusto, d'essere pagato mi fa sentire un ladro." la seconda(baran) è una ragazza ("imbacuccata" da maschio) che sostituisce il padre ammmalato per alcuni giorni sul posto di lavoro.
si può narrare una semplice storia di muratori usando la poesia? certo. basta lasciarsi trasportare da questo film attraverso le storie di chi (come il popolo afgano) non ha il diritto ad una vera identità. la lezione di vita ci arriva da parte di chi non ha nulla, e utilizza quel nulla a favore di chi ha meno di lui:il ragazzo-protagonista consegna i soldi che ha preteso dal capomastro all'ignaro padre infortunato di baran dicendogli che quel denaro gli spettava di diritto per tutta la fatica prestata al cantiere.stupendo.
Strana ma ottima la regia. Un film non particolarmente intrigato ma interpretato da bravi attori. Fa luce con semplicità e realismo sui molti problemi che affannano le popolazioni di quelle zone del mondo.