E' tra quelli di Fellini il mio film preferito. Un capolavoro di poesia, profondo e nostalgico. Fellini si supera e racconta la sua Rimini.
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Il vertice del periodo onirico di Fellini. In una Rimini sospesa fra sogno e realtà storica (l'Italia del Ventennio fascista) assistiamo allo straordinario intrecciarsi di episodi legati ai ricordi d'infanzia del regista con altri appartenenti a pieno titolo a quella sfera grottesca e surreale che ha reso Fellini un maestro indiscusso del cinema mondiale.
Fellini riprende il film della sua vita dopo averlo sezionato criticamente ed esistenzialmente in 8 1/2 (capolavoro suo e del cinema mondiale).
il tema centrale, mai menzionato nei commenti finora letti, è l'analisi della società che ha accolto il fascismo. un'italia carnale, spinta dagli istinti, in cui il "paese" era il rustico teatro del vivere. vedi come le donne si scaldano per le divise fasciste. il regime è espressione di quel desiderio di potenza (sessuale) cui gli uomini aspirano, che i fanciulli sognano, a cui le donne anelano. la moto che romba sinistramente per il paese, salutata con entusiasmo, preannuncia la guerra che verrà. fantastica la scena finale, con il matrimonio della gradisca, e la telecamera che si allontana sempre più, a mo' di nostalgia.
inevitabile però il confronto con 8 1/2, e questo film ne esce un po' ridimensionato. le scene dei ragazzi discoli in classe sembrano riprese (un po' copiate?) da "i quattrocento colpi" di truffaut.
Tutti criticano quella scena della macchina, secondo me è l'unica per la quale valga la pena guardare il film. Il resto è un'accozaglia di fatti banali, ironici anche, ma per lo più abbastanza noiosi. Il voto giusto per questo film: 5.
Anch'io avevo notato la mancanza di questo famosissimo film nell'elenco; finalmente è stato inserito!L'ho visto anni fa al mare. Non appartiene ai generi che preferisco, ma è senza dubbio un film poetico, geniale, un ritratto allegro, malinconico ed in parte fantastico di un passato non troppo lontano ma tanto diverso dal presente. Un film che raccoglie le impressioni, i desideri, i ricordi (appunto "Amarcord") della Romagna del Fellini ragazzino, li trasfigura come fossero visti dagli occhi ingenui e sognatori di un giovincello di quel tempo e ci fa calare in un mondo onirico, spontaneo, scanzonato, quasi fiabesco.