Ho rivisto (su Sky) oggi dopo molti anni questo film..Che dire, sempre stupendo ! Bellissima l' introspezione psicologica, una grandissima storia d' amore basata sul pudore e la paura del sentimento. Attori sublimi.
quando ci si trova ad ammirare un'opera d'arte autentica non si parla. si rimane in silenzio e quasi increduli, stupiti, ammirati.
questo film merita, a mio parere, lo stesso atteggiamento da parte dello spettatore. e' un'opera d'arte capace di porci difronte a noi stessi, alle nostre perplessità, a domande che già ci siamo posti e alle quali non siamo sempre riusciti a dare una risposta.La sua raffinata complessità non cerca parole.
Al contrario vuole, per sè, tutta la comprensione di cui siamo capaci.
dovremmo chiedercelo tutti. Quel che resta del giorno è multiplo di se stesso e ci tocca profonfamente come se il titolo non fosse stato scelto a caso ma formulato in chiave psicologica.
Per farlo nostro basta "viverlo" come se ci fosse stato impresso nell'anima. questa è la mia opinione. il voto è scontato
Ivory descrive agli spettatori suoi contemporanei, educati alla democrazia le vicende di un maggiordomo inglese e in secondo piano ma ugualmente importante, del suo padrone e lord negli anni a cavallo fra le due guerre. Due figure legate al passato, a una società aristocratica e militare ormai definitivamente al tramonto. A un diverso piano di lettura del film di Ivory, Mr. Stevens interpretato magistralmente da Hopkins, potrebbe apparire come il fedelissimo aiutante di campo e scudiero del suo aristocratico e anacronistico lord impegnato a combattere lealmente degli ambigui e astuti nemici.
Mr. Stevens dirige la tenuta di Darlington Hill con un efficienza più adeguata a una caserma militare che a un palazzo privato. Entrambi i personaggi sono eroicamente coerenti con i propri rispettivi ruoli di maggiordomo e di aristocratico di rango effettivo, ovvero un importante uomo politico, al punto che appaiono agli occhi di chi gli osserva legati - più che a una professione nel significato moderno del termine ( “dilettanti della politica” gli aveva definiti il delegato americano) - ad una missione, o meglio, a un’investitura divina del tutto improbabile nell’epoca laica e borghese nella quale devono agire. La grande dignità dei due personaggi non viene scalfita neppure dalla sorte avversa che, indifferente alla loro eroica purezza, li pone con infamia tra i perdenti. Il suicidio del lord placa l’onta del disonore ma ne rende manifesta la patetica ingenuità. Al contrario, il maggiordomo, non meno ingenuo del suo signore, appare infine riscattato proprio da quel ruolo di leale subalterno così tenacemente perpetrato e difeso persino dagli attacchi della passione d’amore. E’ il dovere il vero e unico scopo dell’esistenza dell’impeccabile Mr. S. e sotto questo aspetto egli è senza ombra di dubbio un vincente.
Si percepiscono "energie" che difficilmente si riesce a tramutare in parole. Consiglio di vederlo più volte, ci sono un'infinità di messaggi in ogni istante; una vita concisa.