Respiro del mare, del vento, della libertà...........
Questi sono i temi di un film tutto giocato sui personaggi, con una sceneggiatura debole, è vero, ma con luci e colori da mozzare il fiato. Con relazioni oppressive, contrapposte a sentimenti veri, con una esasperazione delle contraddizioni di fondo tra città (sempre e solo Milano?) ed estremo sud (ma c'è ancora un sud così?), tra natura, inquinamento (le cataste di rifiuti sulla spiaggia) e degrado che ti fanno sentire prigioniero e ricordano un altro bellissimo film, "Io non ho paura".
Proviamo a porci qualche domanda per esplorare meglio questo film.
Perchè la Gonino è una splendida mamma che ha con i figli un rapporto quasi morboso, quasi da sorella?
Perchè difende la sua dignità e la sua diversità, rispetto all'ambiente, anche rispetto al marito che ne è vittima.
Perchè i ragazzi si fronteggiano tra clan e se le danno di santa ragione?
Perchè i "rapporti" tra famiglie ricevuto in eredità, quasi cromosomica dei genitori è quello e non può essere diverso ne cambiato, neanche cambiando ambiente.
Perchè il carabiniere, veneto, si adegua alla illegalità? Perchè la legalità è un "lusso", in quel contesto. L'innamoramento del bel soldatino ricorda pane amore e....
Perchè il cemento si contrappone alla natura con tanta insistenza?
Perchè avere una casa costituisce il sogno di tutti, anche di chi non ne ha i mezzi: il mare, la pesca, la lavorazione del pescato non bastano, ci vorrebbe un colpo di fortuna, proprio come tentano i bambini che barattano il pesce (unica certezza) con il sogno (i biglietti della lotteria).
Il ragazzo che nasconde la mamma, lo fa perchè geloso del padre o per proteggerla dal paese?
Per me vale la seconda ipotesi, per tutte le ragioni dette sopra, ma anche perchè andare a vivere in una caverna è il desiderio di tutti anche di chi già vive in un isola meravigliosa come Lampedusa, forse per un ultimo riparo .....dagli sbarchi dei più disperati della terra?
Giuseppe
Eccellente opera. un piacere guardarla. Brava la Golino e bravissimi tutti. Più che osservare un film, sembra di essere presenti sull' isola, di fronte ai protagonisti,
e osservare delle vere scene di vita. Il regista ha avuto una buona mano e la sceneggiatura, anche se non si vede,
c' è, eccome !!! Solo che non è stata scritta e riscritta prima, ma creata al momento.
Levante perchè penso che l'ambiente umano e sociale descritto nel film possano identificarsi in una qualsiasi realtà del mediterraneo più povero.Ho trovato la storia semplice e allo stesso modo avvincente, con momenti di commozione e comprensione per le stravaganze comportamentali della (brava)Golino. Ottime le interpretazioni dei ragazzi (tutti), in particolare mi ha colpito la determinazione del figlio più piccolo. Credo che almeno per certi aspetti, si respiri aria di neo realismo.Notevoli le riprese in acqua effettuate dal basso. Concludo consigliando la visione a persone che al momento di andare in sala siano rilassate,tranquille e ben disposte. Chiarito questo, auguri, è un buon film.
Anni 60, isola di lampedusa, la comunità dei pescatori rende reietta la strana del paese, quella che col cuore rende la luce a chiunque incontra
uno dei più bei film italiani degli ultimi anni in cui la bravura dei protagonisti (tutti !!!!) è lo sfondo naturale di una storia avvolgente, uno specchio dell'anima che nei fanciulli è la sopravvivenza e la supremazia del gruppo vincente, così come nei vecchi è la cooperazione, la forza della comunità. dall'altro, lo splendido personaggio di madre tagliato addosso ad una fantastica e rinata valeria golino, che con le sue paure, le sue innocenze e scatti mette a nudo una comunità indifesa.
splendida fotografia, immagini e suggestioni che si sovrappongono in dissolvenza, crescono come i pesci intorno al cibo e si fanno reali.
passeranno molti anni prima che si crei un film così bello!
Angosciante realismo e simbolismo di una certa cultura del sud coniugati perfettamente, gusto del ritratto tipico delle sublimi denunce di "cinico tv", con quegli abusi e incompiuti edilizi che scorrono grigi nell'azzurro del mediterraneo. Una storia forse ordinaria, ma resa magica da un epilogo quasi mitologico. Una full immersion per ricordarci chi eravamo (da piccoli), per farci un po' riflettere a "telefonino spento"... il tutto con quella linea d'azzurro che è sempre una speranza... da non perdere. Max
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(8/10)
