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Respiro

Opinioni presenti: 32
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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Sprazzi di aria

(7/10) Voto 7di 10

In una Sicilia lontana da ogni data e da ogni territorio, il teatro della guerra visiva di “Respiro” si dipana come un ossimoro e si mostra surreale e arcaico, come un sacrario multiforme e progressivo in cui i colori divengono elementi e didascalie che ospitano e svelano la “vita”. Il mare, trasparente e poi celeste tenue e blu e smeraldo, Grande Madre che dona e regola esistenza ed espiazione; la roccia, bruna, appuntita, tempio di affanni naturali e disumane involuzioni; il cemento, grigio, incipiente, inutile, claustrofobico, prigione e arena degli istinti. L’uno perimetro e limite dell’altro eppure – contemporaneamente – geneticamente affini. Gli esseri umani come cani; più feroci e inclementi di cani veri, a cui regalano la mattanza o la detenzione ma, ancora una volta paradossalmente, più umani e reali degli uomini corrotti e inquinati dai sentimenti globali. Sospesi in un non-luogo–non-tempo in cui gli abitanti, adulti e i bambini, diversi solo per fattezze, sono animali allo stato brado dello stesso branco, legati dalla condivisione di eros e tanatos. Uno spazio in cui avviene lo stillicidio della contaminazione che – lentissima, ma inesorabile – si incarna simbolicamente ora in un mangiadischi che sibila instancabilmente una canzone di Patty Pravo, ora in un trenino elettrico, ora in un carabiniere del Nord. Il lupo solitario dell’isola di Aran di Crialese è una suggestiva Valeria Golino, malata di umanità più di ogni altro consociato e pertanto destinata allo stadio ferino. Isolata, prima di ogni altra cosa, da una solitudine mentale fatta di sentimenti, emozioni, impulsi e passioni è condotta al romitaggio di una caverna, vittima della voglia di regolarità che esseri irregolari hanno di lei. Un’opera emozionale prima che razionale, contraddittoria come i fuochi sul mare, ingenua e tortuosa come gli occhi della sua protagonista.



Domenico, 27 anni, Benevento (BN).




Regarding Lampedusa

(7/10) Voto 7di 10

Molto bello. Crialese filma una Sicila atemporale, bellissima, dolciastra e selvaggia. Grande mano nella direzione degli attori, grande mano nella fotografia. Naturalismo quanto basta e il resto e' sogno. Brava la Golino, che sembra fatta apposta per una parte di disagio sociale, diremmo oggi, di incomunicabilita' e straniamento. Strepitoso l'uso visivo dell'acqua. Difetti? Quello che manca forse e' l'affondo, il tentativo di arrivare al cuore dei personaggi. La storia d'amore della ragazza e del carabiniere avrebbe tutto per funzionare, ma viene buttata via prima che cominci. Molti personaggi, alla fine, rimangono dei mezzi personaggi. Questo e' il mio parere: tecnica bestiale, scrittura un po', come dire?, timorosa. Ma fa niente. Straordinaria promessa del cinema italiano.



Lino, 37 anni, Bologna.




la vita in un respiro....

(9/10) Voto 9di 10

Tu mi fai girar,tu mi fai girar come fossi una bambola...in fondo è il potere che hanno questi luoghi,ostili,pieni di contrasti ma caldi e con un mare che ruba gli occhi e l'anima a chi lo guarda. Personaggi intrappolati nella ciclicità dei loro ruoli e dagli eventi stessi.Un sud profondo,pieno di contraddizioni ma ancora una volta affascinante e pieno di vita. Ancora una volta il "diverso" viene considerato pazzo,quasi da rinchiudere...specialmente se è donna. Evidente è l'amore dei figli per la madre,che ne colgono i pregi e i difetti,cercando sempre di riportarla sulla retta via.E sono proprio loro a salvarla dalla comunità e dal chiacchiericcio del paese.Questo film racchiude tutta l'italianità dei personaggi; suscitando emozioni,suoni, colori,odori la dove il mare racchiude il tutto.La dove una donna non può salire su una barca di pescatori, o dove i ragazzini raccolgono disinibiti i ricci di mare.Nel bene e nel male.Il film chiude ancora una volta,con il mare da protagonista e fa da collante per ricongiungere i personaggi stessi.D'altronde la vita è tutta in un respiro,e il respiro è tutto nel mare.



Silvia, 21 anni, Comacchio (FE).




Quasi un documentario?... forse...

(8/10) Voto 8di 10

Un film ambientato nel disagio, una terra dimenticata dall'evoluzione e comunque salva dalla metropolizzazione e dal caos. Una vita ripetitiva ridotta al minimo, lavoro, casa, chiesa, casa, lavoro. E soprattutto famiglia. Vita di paese in cui si intrecciano dialoghi sempre molto impertinenti delle comari. Il sud nel senso crudo, drammatico ma anche poetico del termine, uno per tutti e tutti per uno, ma quando si inizia a cantare fuori dal coro, il branco ti isola, sei già un diverso. E chi non ti conosce minimamente pretende di avere il diritto di poter decidere per te. Tutto questo mix di emozioni, paesaggi stupendi, scene di vita di paese da forma a un film molto carico, lo spettatore si sente parte integrante, vive le stesse emozioni. Superba Valeria Golino, sembra tagliata apposta per la parte.. angelo sognatore, incompreso, amato e odiato... ma soprattutto temuto. Il vero protagonista non è comunque lei, ma il figlio... sembra quasi che tutto venga visto con gli occhi innocenti di un bambino che ha già chiari dei principi importanti, ma che riuscirà comunque a piegare dietro alla pressione dell'amore verso la madre. Ai limiti del documentario questo film tra ambiente, dramma e tradizioni è veramente valido.. unico difetto... è che lo spettatore rimane in attesa col fiato sospeso fino alla fine..... per poi.... beh.. per chi non l'ha visto, non voglio rovinargli la sorpresa... Bel film, e buona visione perchè merita.



Lorenzo, 29 anni, Firenze.




Non guardatelooooooooooooooooooo

(1/10) Voto 1di 10

Questo è un film di merda ve lo assicuro. E' un film " minimalista" di contenuti, di personaggi è lentissimo e poco chiaro.. il mio voto pr questo film è0.1



Salton, 26 anni, Firenze (FI).





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