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The Believer

Opinioni presenti: 47
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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Conoscere perlomeno se stessi

(6/10) Voto 6di 10

E' un genere di film che solitamente mi piace molto, violento, con bei dialoghi e un buon ritmo; questo però pecca però in più parti, fin troppe; sino alla fine Danny va contro la sua natura, non riesce a trovare se stesso ma non si capisce a quale scopo. Il finale poi è frettoloso e sconclusionato, poco vero. Un ebreo può essere sì antisemita, ma deve perlomeno esserne sicuro. Rimandato.



Graziano, 28 anni, Cassano d'Adda (MI).




dilemma

(9/10) Voto 9di 10

Questo film di Henry Bean fa riflettere molto, pone l'accento su temi tanto originali quanto delicati da poter essere facilmente fraintesi da uno spettatore frettoloso. Quello che io ho visto nel film è una critica esplicita all'impossibilità di scindere la religione ebraica dal "suo" popolo, e i suoi conseguenti problemi.. Sembra un'assurdità detto così, ma pensiamoci bene: sebbene la maggioranza, se non totalità, delle culture conservi un legame fortissimo con la propria religione (india-induismo, tibet-buddismo, etc..) queste, chi più chi meno, sono passate attraverso un processo di emancipazione al punto che oggi è per me possibile dire di essere italiano senza che un mio ipotetico interlocutore colleghi automaticamente la mia nazionalità al cattolicesimo. Per gli ebrei invece questo non è successo, e il regista ce lo fa capire nel modo più forte, mostrandoci una PERSONA che odia gli ebrei, ma che ama la propria religione, e l'apparente assurdità di questa situazione (perché diciamocelo, raccontare di un ebreo nazista lascia tutti straniti) in realtà non dovrebbe avere nulla di assurdo (se non l'odio in sé, ovviamente). Ritengo probabile che gli ebrei avrebbero moooolti meno problemi se riuscissero a laicizzare la loro cultura che, va da se, oggi si identifica solo attraverso la propria religione. Un ebreo laico sarebbe ancora un ebreo? Il protagonista del film vive questo dilemma. The Believer è uno sceneggiato che sa essere più vero di un documentario.. si finge film. Una delle pellicole più originali che abbia mai visto. Sincero, lacerante, sublime.



Davide, 25 anni, Lisbona.




Lancinante e assoluto

(8/10) Voto 8di 10

Credo che il tema fondamentale del personaggio sia nell'equazione tra Dio e il nulla assoluto. da ragazzo non ha potuto trovare risposte logiche alla sua ricerca di spiritualità nella sua religione o cultura (l'ebraismo) e quindi le ha cercate disperatamente nella direzione opposta, nella cultura opposta 8il nazismo). Mi ha molto colpito l'intervista con il giornalista nel bar, in cui parla dell'ebreo nomade che inventa l'astrazione all'opposto dell'idea di terra patria del nazismo. Sicuramente è un film contro gli estremismi ma anche un film che invoca l'esigenza di un rapporto autentico con la spiritualità. La spiritualità si impone quasi magicamente nella lettura della Torà che plasma e modifica il personaggio di Summer Phoenix (fantastica) e spinge Daniel alla scelta finale. Credo che il film sia un invito ad andare oltre le fedi quando vengono banalizzate e istituzionalizzate, a riflettere su se stessi e le proprie convinzioni. Credo che ai ragazzi come Daniel (o anche gli adulti) quando pongono domande su Dio o il senso della vita non si debbano dare risposte autoritarie, come fa il rabbino nella scuola del figlio, o vaghe, come fanno spesso gli insegnanti religiosi cattolici, ma tornare alle radici della nostra spiriritualità leggendo e meditando sulla Bibbia. Forse Dio non è il nulla assoluto, forse è possibile diventare suoi amici, come Abraamo.



Pietro, 43 anni, Cavalese (TN).




..riconoscere se stessi!!

(7/10) Voto 7di 10

All'inizio non è facile entrare nel film nella sua trama e riuscire a comprendere la personalità del nazi-ebraico Daniel. Qui si racconta la storia di una ragazzo che non riesce a vivere tra la sua origine ed educazione ebraica e la sua nuova e piùmatura idealità nazista. Quando si trova a dover uccidere un ebraico si sente bloccato dal ricordo d'una sua lezione di religione ebraica del Professor Manzetti che verrà poi ucciso da uno dei suoi compagni nazisti. Il giovane Danny (Daniel)prova più volte a dimostrare la sua anima nazista ma non ci riesce.. soprattutto in una delle scene finali del film in cui rivela ai fedeli ebraici che una bomba che egli stesso ha posto sta per esplodere e li salva. Scena simbolica è la scala della sua ex scuola ebraica che egli cerca di percorrere per raggiungere l'ebraismo che aveva tanto odiato\amato.. Si rende poi conto che il nazismo è fatto d'ignoranza e violenza, si odia l'ebraismo ma non si sa cosa esso sia.. ma non rispetta neanche l'ebraismo che dice realizzarsi tramite fatti e non credi!Il film condanna ogni tipo d'estremismo.



Irene, 21 anni, Pistoia (PT).




Shemà Israel...

(8/10) Voto 8di 10

Ragazzi siamo seri, questo non è un film sul nazismo o sul filo-semitismo, questo è un film sulle ossessioni, sul desiderio di daniel di essere accettato se non come ebreo almeno come nazista... è un film sul desiderio ancestrale di essere in funzione di qualcuno(dio) o qualcosa(l'ideologia nazista, di sentirsi parte viva di un proggetto di non essere soli, per quanto riguarda le idiosinrasie insite nel protagonista ed in generale nel jewish concept della vita beh...fa parte del fascino e delle contraddiziooni del popolo ebraico(per esempio quando daniel nel ristorante kosher spiega che nella realtà si potrebbe mangiare la gallina con il formaggio, perchè questa non è animale da latte)... infondo come dice il buon alessandro piperno in con le peggiori intenzioni (libro che consiglio a tutti) ... non sono forse secoli, millenni che i gentili (non ebrei) parlano bene degli ebrei al solo scopo di parlarne male , e gli ebrei parlano male degli ebrei al solo scopo di parlarne bene. enjoy this film shalom



Mem, 19 anni, Scafati (SA).





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