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Nemico pubblico n°1 - L' istinto di morte
Il regista francese Jean François Richet aveva già manifestato un certo interesse nei confronti della celluloide di genere degli Anni Settanta curando nel 2005 "Assault on precint 13", rifacimento dell’omonimo cult-movie (in Italia "Distretto 13-Le brigate della morte") diretto ventinove anni prima da John Carpenter.
Anche in questo caso, già a partire dal lungo e teso inizio, accompagnato dai titoli di testa, si avverte una certa influenza proveniente dal nostro poliziottesco che fu, soprattutto per quanto riguarda il tipo di fotografia e il look alla Libanese di "Romanzo criminale" sfoggiato da Vincent Cassel nel corso dei primi minuti di visione.
Influenza che sembra spostarsi sempre più verso il vecchio noir d’oltralpe man mano che i fotogrammi scorrono, perché il compagno di Monica Bellucci veste stavolta i panni dello spietato criminale realmente esistito Jacques Mesrine, dal cui romanzo autobiografico "L’instinct de mort", scritto in carcere prima della sua clamorosa evasione, prende ispirazione questo primo tassello di un’operazione alla "Kill Bill" completata dalla seconda arte "Nemico pubblico n. 1-L’ora della fuga".
Con sapiente distribuzione di cruda violenza gangsteristica alla Fernando Di Leo (del resto, era a Jean-Pierre Melville che si rifaceva principalmente l’autore di "Milano calibro 9"), seguiamo infatti l’ascesa dell’uomo da soldato ribelle francese di stanza in Algeria a pericoloso individuo delle strade di Parigi, assetato di potere e in cerca di denaro facile, mentre nella sua vita prima entra Guido, boss della malavita locale interpretato da Gerard Depardieu, poi la bella e altrettanto spietata Jeanne Schneider, con le fattezze di Cécile De France, insieme alla quale finisce per costituire una coppia alla Bonnie e Clyde.
Per quello che, impreziosito da una bella colonna sonora di vecchi successi, non si presenta altro che nelle vesti di esercizio di stile ben interpretato e nettamente al di sopra della media, il cui maggiore punto di forza è individuabile nei riusciti momenti d’azione che Richet, come di consueto, orchestra con grande abilità.
Nella sola attesa del secondo episodio.
La frase: "I tempi cambiano, gli uomini no, io ancora meno degli altri".
Francesco Lomuscio
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