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Mare dentro
Sono molto i punti di forza dell'ultimo film di Alejandro Amenabar. Una storia forte e commovente, una sceneggiatura curata ed attenta, la bravura del regista nel saperla raccontare. Ma questo film non sarebbe stato lo stesso se ad interpretare il ruolo di Ramon Sampedro, un tetraplegico costretto a letto da ventotto anni, non fosse stato chiamato Javier Bardem. L'attore spagnolo è probabilmente, in questo momento, uno degli interpreti più bravi che si possa incontrare sui set cinematografici di tutto il mondo. Un fugace movimento del volto, un'incrinatura della voce, sono sufficienti a Bardem per aprire un mondo, per suscitarti valanghe di emozioni. E' quello che accade in "Mare dentro" presentato in concorso alla 61° Mostra del Cinema di Venezia.
Il tema trattato è quello dell'eutanasia. La vuol praticare Ramon Sampedro (Javier Bardem). Dopo quasi trenta anni di immobilità ha deciso di voler morire con dignità. Per far ciò intraprende una battaglia legale per ottenere l'autorizzazione per avviarsi verso la dolce morte. Battaglia destinata al fallimento soprattutto per l'arretratezza degli ambienti religiosi e culturali di certa parte della Spagna (ma in Italia sarebbe stato lo stesso, se non peggio). Ma non è sull'aspetto politico sociale - peraltro il meno riuscito e sviluppato - sul quale Amenabar vuole porre l'accento. Il regista cileno punta ad illustrare il lato umano di chi ha deciso di farla finita ("Quando non c'è via di scampo, si impara a piangere con il sorriso sul volto"), di chi, impossibilitato anche a prepararsi un letale composto è sempre più deciso a darsi una morte dignitosa.
Amenabar - che gira questo film quasi fosse un thriller data l'attesa che riesce a creare su come andrà a finire - non disdegna anche di fare un po' di filosofia offrendoci riflessioni sul concetto di morte e di vita, sul senso dell'esistenza e sull'assenza di essa (operazione, in fondo, già realizzata in "The Others"). Ma Amenabar è anche, e soprattutto, un grande regista capace di muovere la macchina con ampie e veloci riprese aree a riprendere i campi ed il mare della Galizia, quel mare dentro al quale Ramon vuole con tutto sè stesso ritornare. Capace di smuovere le emozioni con la forza della musica e delle immagini, capace di raccontare un dialogo con movimenti avvolgenti e coinvolgenti.
Sulla strada del viaggio intrapreso, Ramon incontrerà persone che si opporranno al suo proposito (l'ostinato fratello), persone che lo seguiranno silenziosamente (la cognata, il nipote, il padre), persone che lo ameranno senza restituire l'amara sensazione della commiserazione. Solo tra queste ultime Ramon capirà chi lo potrà aiutare fino alla fine.
Daniele Sesti
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