La dignità degli ultimi
Ormai, se si parla di Argentina, il pensiero corre immediatamente alla vicenda degli omonimi bond che sono costati molto cari ad un esercito di piccoli risparmatori, si pensa alle pressioni del Fondo monetario internazionale e ai vari tentativi di vertenza che varie associazioni nostrane cercano di promuovere per limitare il grave danno economico procurato al nostro paese. Raramente si pensa ai "nadies", ai nessuno, alle masse diseredate condannate a privazioni e ad ingiustizie in una società come quella argentina in cui il divario tra privilegiati che hanno tutto e derelitti che non hanno nulla è sempre più marcato.

Solanas continua sulla via iniziata dal precedente documentario del 2004, "Memoria del Saqueo", raccontando le storie di chi è dimenticato, bistrattato ed ha subito ingiustizie fino a ridursi oltre la soglia della povertà, ma che nonostante tutto non perde mai la determinazione di "pelear". La forza cioè, di combattere contro un governo sempre più compromesso nei suoi rapporti poco chiari con grandi istituti bancari e compagnie petrolifere. Così vengono mostrate le storie di Maestro Toba e della sua mensa per bambini indigenti, di Silvia e Carola, che lavorano in un grande ospedale di Buenos Aires in situazione di disagio, sovrappopolazione mancanza di fondi dovuti ad una corruzione sempre più avida e spregiudicata. E poi viene raccontata la storia della fabbrica di ceramica Zanon, già oggetto del film "The Take" di Avi Lewis (2004). Ma anche la storia incredibile di Lucy e del "Movimiento de Mujeres en Lucha" (MML: movimento di donne in lotta), che per protestare le espropriazioni forzate, risultato dei tassi usurari praticati da banche senza scrupoli a contadini in difficoltà, ricorre a una forma di lotta davvero incredibile. Durante numerose aste per mettere in vendita ettari di terreni di contadini che avevano avuto prestiti di 20.000 pesos e si trovavano a doverne rendere 100.000, Lucy ed altre donne si erano messe a cantare l'inno nazionale argentino riuscendo in questo modo a bloccare le aste stesse. Gli ultimi arresti per questo "delitto" mostrati dalla pellicola di Solanas risalgono solo all'aprile del 2005. Ma vengono mostrate storie più individuali da parte di chi davvero non ha neppure la forza di battersi politicamente, e forse sono le vicende più drammatiche.

Naturalmente l'atteggiamento del regista nei confronti della politica di Duhalde e Kirchner è molto critico, anche se Solanas riconosce dei meriti a Kirchner nel recente risollevamento dell'economia argentina. Ma l'autore di questo documentario è senza dubbio completamente dalla parte dei "nadies", dei nessuno che nonostante la disperazione, o forse proprio a causa di essa trovano l'energia e la perseveranza per ritrovare la propria dignità, sempre nell'ottica dell'amore per il proprio paese.

La frase: "Udite mortali il sacro grido: libertà! Libertà! Libertà! (Inno nazionale argentino)"

Mauro Corso

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