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Io e te











Sono personaggi che ballano da soli i due protagonisti del nuovo film di Bernardo Bertolucci. La solitudine e l’inquietudine dell’esistere in età giovane è un tema caro al regista de "L’assedio", "The Dreamers", "Io ballo da sola" e "Ultimo tango a Parigi". Anche qui, usando i volti assai acerbi di Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco, Bertolucci tratteggia una (non) storia presa in prestito dal romanzo di Niccolò Ammaniti "Io e te".

Lorenzo dovrebbe incarnare una certa tipologia di adolescente di oggi. Silenzioso, musone, introverso. Egli decide, in prossimità della settimana bianca organizzata con la scuola, di non partire, segregarsi in cantina a guardare un formicaio e ascoltare musica tutto il giorno. Piano sublime, peccato che la cantina venga presa di mira dalla sorellastra tossica. La convivenza li cambierà... forse.

Dobbiamo essere onesti. Se non ci fosse stato Bernardo Bertolucci a dirigere “Io e te”, il film non lo avrebbe ricordato nessuno. Trama insipida, portata avanti senza motivazioni vere e senza personaggi anche solo lontanamente interessanti. Nella sceneggiatura manca un po’ tutto. Dalle motivazioni personali dei protagonisti, all’intreccio, al colpo di scena, alla tensione, passando per i sentimenti e i dialoghi. Sembra un po’ tutto buttato là. Senza un vero scopo. Ci sono due tipi che non si conoscono o quasi. C’è una cantina. I due provano vestiti, mangiano merendine, guardano formiche. La tossica insegna la vita all’adolescente paranoico? Meglio lasciar perdere. Il momento più interessante è quando i due risalgono a casa per prendere provviste. Potrebbe nascerne un thriller alla David Fincher, ma anche questa scena si risolve in un nulla di fatto. Ok, il film è tratto dal libro di Ammaniti ed è forse proprio lì che vanno rintracciate queste scelte. Bertolucci cambia il finale del libro ed è maestro nel farti credere in ciò che succede. Anche se a farlo usa solo la mano sinistra. Magia del Cinema e della sua regia. Maestro anche nel dirigere gli attori, altrimenti papabili per qualche fiction e poco più.

All’interno di un discorso cinematografico relativo alla filmografia e al percorso artistico del maestro Bertolucci, “Io e te” può avere una sua logica e un proprio scopo. Ma al di fuori di questo rimane una vicenda un po’ radical-chic che dice poco o nulla e dal finale assai ambiguo. Mattonata, ma dalla bella la colonna sonora.

La frase:
"...Mi prometti che uscirai?...".

a cura di Diego Altobelli

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