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Due amici
Più che positivo l'esordio cinematografico dei due italiani Spiro Scimone e Francesco Sframeli. Il loro film "Due amici" presentato alla Settimana Internazionale della Critica della 59° Mostra del cinema di Venezia, adattato dall'opera teatrale "Nunzio" di Spiro Scimone, è un'opera interessante e piacevole. Forza e limiti del film risiedono proprio nella sua matrice teatrale. Difatti, se da una parte si apprezzano gli incisivi e divertenti dialoghi, la spontanea simpatia dei personaggi, la studiata consapevolezza dei movimenti, dall'altra, una regia indecisa e, forse, eccessivamente didascalica, lascia un po' perplessi e con una sensazione di fastidiosa incompiutezza.
Ma la forza del film non va certamente ricercata nell'estro creativo di una direzione cinematografica che non può non scontare il dazio di un'opera prima. Il fulcro essenziale, e tale da giustificare, qualificandolo, l'intero lavoro, risiede nella caratterizzazione e conseguente descrizione dei molteplici personaggi che costellano la narrazione. A partire da Nunzio, interpretato da Francesco Sframeli, uno dei due registi. Quello di "Nunzio" è uno di quei personaggi destinato a farsi ricordare nell'effimero mondo di celluloide. Ingenuo ed innocente, sempre pronto a giustificare il prossimo anche quando gli infligge palesi ingiustizie, pone domande come le porrebbe un bambino di 10 anni che scorge da lontano la vita degli adulti. Pone domande a Pino (Spiro Scimone) l'amico con il quale divide un appartamento sito in una città che potrebbe essere Torino, ma anche Pescara o Livorno. In uno spazio volutamente decontestualizzato, i due amici conducono un'esistenza al limite del paradossale. Nunzio lavora in una fabbrica di vernici dove si è gravemente ammalato a causa delle sostanze tossiche ivi inalate. Pino, di professione killer, si allontana ogni tanto da casa per compiere i suoi viaggi di lavoro di cui Nunzio ignora totalmente la causa. E così, tra un contratto portato a termine da Pino e un colpo di tosse di Nunzio, i due tirano avanti facendosi compagnia come fossero una vecchia coppia di coniugi. Quieta e serena esistenza che verrà improvvisamente alterata dall'aggravarsi della malattia di Nunzio che convincerà Pino ad interrompere la sua "attività" per ricondurre a casa l'amico.
La vicenda, così normale e quindi così vera, come detto è arricchita da una moltitudine di personaggi che, anche nella loro breve apparizione, contribuiscono a completare il film in maniera determinante. Felice Andreasi è un padrone di casa paranoico e monomaniaco, Tano Cimarosa e Nicola Di Pinto due pensionati appassionati di enigmistica , Roberto Citran un premuroso negoziante di elettrodomestici, Gianfelice Imparato un malato preoccupato della sua stanza di ospedale, Valerio Binasco un barista innamorato di Maria (Teresa Saponangelo) conosciuta tramite un programma radio di dediche telefoniche. Tutti personaggi divertenti ed originali che costellano il favoloso mondo di Nunzio e Pino (il riferimento al francese Amelie non è casuale).
In definitiva, prodotto da Giuseppe Tornatore e ben musicato da Andrea Morricone, "Due amici" convince grazie ai suoi personaggi e ad una storia credibile e appassionante, senza però la ricerca ossessiva della compiacenza del pubblico.
DAS
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