The bye bye man e Viral sono i nuovi horror di Midnight Factory

Se elimini tutti i riferimenti a un fatto del passato, quel passato non esiste più.
A quanto pare ispirato ad eventi di cronaca realmente accaduti e caratterizzati da inspiegabili omicidi familiari messi in atto da persone assolutamente tranquille e "normali", ma improvvisamente impazzite, "The bye bye man" di Stacy Title è, secondo la regista, una tragedia greca, in quanto i protagonisti non si rendono conto di essere spacciati.
Tragedia che prende avvio nel 1969, con una strage attuata tramite l'utilizzo di un fucile, prima di spostarsi ai giorni nostri per portare in scena il brillante ma insicuro Elliot interpretato da Douglas Smith e mosso da ideali di amicizia e famiglia da quando, diventato orfano, è stato cresciuto dal fratello maggiore.
L'Elliot che si trasferisce in una nuova casa per vivere insieme alla bellissima ed empatica ragazza Sasha e al loro migliore amico festaiolo John, rispettivamente con le fattezze di Cressida Bonas e del televisivo Lucien Laviscount; senza immaginare, però, che nella dimora siano custodite le tracce della forza soprannaturale del titolo.

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Forza soprannaturale pronta ad entrare nelle menti della combriccola e nel mondo reale usando come strumento un'amica dei tre, insieme alla quale improvvisano una seduta spiritica; per poi trasformare in un incubo ad occhi aperti la loro esistenza.
Man mano che le veterane Faye Dunaway e Carrie-Anne Moss arricchiscono ulteriormente il cast di uno spettacolo che, tra visioni zombesche ed una evidente influenza proveniente dal personaggio barkeriano di Candyman (il fatto che, per evocare l'entità, bisogna pronunciarne il nome), garantisce balzi dalla poltrona tirando in ballo anche Gloomsinger, demoniaca creatura dalle sembianze canine che è, praticamente, l'animale domestico del Bye bye man, oltre ad esserne la voce e gli occhi.
Con una sezione extra rappresentata da trailer, nove minuti di B-roll e interviste a Smith, Laviscount, Doug Jones (è il mostro), la Bonas e la Title, lo rende disponibile su supporto blu-ray limited edition Koch Media all'interno della sua collana Midnight Factory, dedicata al cinema horror.
Una limited edition racchiusa in custodia amaray inserita in slipcase cartonato e contenente un interessante booklet, come anche l'edizione limitata in alta definizione di "Viral", diretto da Henry Joost e Ariel Schulman, già occupatisi, tra l'altro, del terzo e quarto "Paranormal activity".
Del resto, è proprio il Jason Blum finanziatore della popolare serie fondata sullo stile del falso documentario a figurare in qualità di produttore di questa oltre ora e venti di visione, destinata ad assumere i connotati di prima fatica dei due a non essere girata con la tecnica del POV (Point Of View).
Fatica che si riallaccia al filone della pandemia in fotogrammi mostrando una America in cui un parassita vermiforme che sembra uscito direttamente da un film di David Cronenberg si incunea nel corpo degli esseri umani, per poi fare un repellente nido nelle loro nuche e trasformarli in aggressivi esseri, tutt'altro che distanti dai morti viventi.
Ed è proprio la minaccia strisciante in questione che emerge dalla pelle dei poveri sfortunati a incarnare l'elemento più ripugnante dell'operazione, costruita su lunghe attese ed incentrata sulle sorelle Emma e Stacey, ovvero Sofia Black-D'Elia e Analeigh Tipton, una delle quali alle prese con gli effetti devastanti del morbo.
Con la movimentata sequenza della festa a fare da momento scatenante e lenti ritmi di narrazione ad accompagnare buona parte di quello che si rivela un inedito sufficientemente coinvolgente e lontano dal rischio di delusione.
È il trailer, in questo caso, a occupare il comparto riservato ai contenuti speciali.