French connection e Non escludo il ritorno in dvd per CGLe vite del magistrato Pierre Michel e del cantautore Franco Califano in home video di Francesco Lomuscio23 ottobre 201517:26
Nonostante il titolo, "French connection" di Cédric Jimenez - visto nelle sale cinematografiche italiane a Marzo 2015 - non ha nulla a che vedere con "Il braccio violento della legge" di William Friedkin (conosciuto in patria, appunto, come "French connection"), in quanto ambientato nella Marsiglia di metà anni Settanta per prendere le mosse dalla vita del "giudice ragazzino francese" Pierre Michel.
Il Pierre Michel incarnato dal vincitore del premio Oscar Jean Dujardin e che, a quanto pare anche entrato in contatto con il nostro Giovanni Falcone nel corso della sua carriera, scoprì che i marsigliesi erano in affari con la 'ndrangheta calabrese, in particolare per quel che riguardava gli investimenti di droga nel nord Italia. Il Pierre Michel che, incaricato di svolgere un'inchiesta sul crimine organizzato, vediamo in questo caso arrivare da Metz insieme alla moglie ed ai figli e decidere di attaccare la French connection, organizzazione mafiosa impegnata ad esportare eroina in tutto il globo terrestre, rifiutandosi di dare ascolto a chi lo invita alla cautela. E, senza dimenticare la celluloide malavitosa sfornata da Martin Scorsese, è chiaramente ai vecchi gangster movie d'oltralpe che sembrano guardare le oltre due ore di visione, nel corso delle quali il magistrato s'imbarca in una crociata personale contro il leggendario padrino Gaetan Zampa, ovvero Gilles Lellouche; man mano che, tra realistiche situazioni di violenza e spargimenti di cadaveri, si respira in parte aria non distante da quella della serie televisiva "Romanzo criminale" e non mancano vecchi hit all'interno della nutrita colonna sonora ("I'm set free" dei Velvet Underground e "Call me" dei Blondie nel mucchio). Per un insieme confezionato e recitato con grande professionalità e che, mirato anche a ribadire che la vera forza di un intoccabile è il silenzio che impone agli altri, è CG Home Video a distribuire con il marchio Mustang Entertainment su supporto dvd accompagnato da trailer, sette scene eliminate e cinquantuno minuti di making of. La stessa CG Home video che, a quasi un anno dalla sua uscita su grande schermo, rende finalmente disponibile su disco digitale anche "Non escludo il ritorno" di Stefano Calvagna, biopic incentrato sulla "terza vita" (quella relativa agli anni che ne hanno preceduto la scomparsa, dal declino alla rinascita) del popolare cantautore romano Franco Califano.
Trailer ufficiale italiano per French Connection (2014), un film di Cedric Jimenez con Jean Dujardin, Gilles Lellouche, Céline Sallette. Marsiglia, 1975. Pierre Michel, giovane magistrato appena arrivato da Metz con moglie e figli, viene [..] Una "terza vita" intervallata da ricostruzioni dell'ultimo concerto di colui che ci ha regalato melodie immortali del calibro di "Tutto il resto è noia" e "Minuetto"; mentre non solo lo vediamo alle prese con un'intervista in casa ed impegnato ad affrontare in maniera esilarante una conferenza stampa presso il Festival di Sanremo, ma lo troviamo anche contornato di fondamentali figure quali il poco scaltro impresario Stefano, il grande amico di vecchia data Giuliano, Luna, che si occupa di accudirlo, e il road manager Ivano, rispettivamente interpretati da Enzo Salvi, Franco Oppini, Nadia Rinaldi e lo stesso regista, qui lontano dalle sue fatiche di denuncia sociale (ricordiamo che "Il lupo" e "Cronaca di un assurdo normale" fanno parte del suo curriculum). Senza contare il Michael Madsen de "Le iene" nei panni di Paul Hummel, organizzatore di eventi a livello internazionale che ha grossi progetti per l'artista, cui concede in maniera magistrale anima e corpo il cantante ed imitatore Gianfranco Butinar, qui alla sua prima prova d'attore. Una lodevolissima performance che rappresenta soltanto uno dei pregi dell'operazione, cui non solo offre un fondamentale contributo l'ottimo lavoro svolto sulle musiche da Paolo Vivaldi, ma, paradossalmente, giova la pochezza di mezzi e di budget avuti a disposizione; in quanto è proprio la costrizione a ristretti campi di ripresa ed all'esiguo numero di location ad evocare al meglio il forte velo di poetica malinconia trasmesso dall'emarginazione di un personaggio scomodo per la falsità del mondo dello spettacolo, ma sempre convinto che sconfiggi la vittoria se sorridi alla sconfitta. Un personaggio secondo il quale si scriveva "solitudine" ma si leggeva "libertà" e che sembra quasi un alter ego dello stesso Calvagna, in questo caso responsabile della sua opera più riuscita, da gustare con tanto di galleria fotografica, intervista al citato Madsen e backstage di ventiquattro minuti quali contenuti speciali.
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