Ciccio ha raggiunto Franco nell'altra metà del cielo.
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Voglio fare alcuni nomi: Pierpaolo Pasolini, Federico Fellini, Totò, Buster Keaton, Gino Cervi, Eduardo.
Questi sono soltanto alcuni dei miti con i quali Ciccio Ingrassia ha lavorato.
Ciccio Ingrassia se ne andato (non si vedeva più in giro da molto). Franco Franchi se ne era andato prima di lui, tanto tempo fa. Per chi non ha mai capito chi era dei due (è una domanda che sento fin da quando ero piccolo), Ciccio era quello magro.
Ma qual'è il motivo di tutti quei grandi nomi che ho citato all'inizio? Uno solo: Franco e Ciccio sono stati due dei nomi più bistrattati della storia del cinema italiano. Eppure hanno lavorato con tutte quelle persone che, secondo la critica "ufficiale", la storia del cinema italiano e non, l'hanno fatta.
Forse sarebbe ora di rivalutare tutti quei grandi caratteristi di cui il nostro cinema non ha potuto e non può fare a meno. Franco e Ciccio hanno sudato tanto prima di poter arrivare al cinema. Diversamente da tanti grandi nomi, non venivano neanche dall'avanspettacolo o dalla rivista, ma nascevano, in senso artistico, direttamente dalla strada. Sembra che fu Domenico Modugno (un altro grandissimo) che li scoprì durante uno dei loro spettacoli in piazza.
Tra i più di cento film che i due hanno interpretato non si può dire che tutti siano venuti bene. Però in quasi tutte le loro pellicole c'erano delle gag o dei frammenti che, di diritto, devono entrare a far parte della storia del cinema comico. Se proprio devo indicare un momento "storico", non si può non citare una partita a scacchi tra Franco (con l'aiuto di Ciccio) e un Fernando Rey di bunueliana memoria, che ha dello spettacoloso (il film è "Due mafiosi contro Goldginger" di Giorgio C. Simonelli).
Ma perchè in un "coccodrillo" in cui si vuole ricordare Ciccio, inevitabilmente ricorre sempre il nome di Franco? Il fatto è che questi due comici, nel mio immaginario, erano e saranno sempre inscindibili (anche se Ciccio ha interpretato e diretto, da solo, "L'Esorciccio" che è un capolavoro del cinema "trash"), un po' come Stanlio e Ollio: non esisteva l'uno se non con l'altro. Alcuni potranno dire che forse Ciccio, in confronto alla straordinaria maschera di Franco, era l'anello debole della catena, ma sono questioni fini a se stesse: non esisteva l'uno se non con l'altro.
Ieri, per pura coincidenza (non sapevo ancora della scomparsa), ero in viaggio sull'Aurelia ed in una sosta ad un bar ho comperato uno di quei poster che si trovano anche sulle bancarelle; nel poster c'erano Franco e Ciccio che sorreggevano Buster Keaton (il film è "Due marines e un generale" di Luigi Scattini), in una sorta di omaggio al grande comico. Per un attimo mi sono ricordato di quante risate mi sono fatto ogni volta che queste "maschere" apparivano sullo schermo (erano uniche!). In fondo non importa se certi film non sono così belli. Il cinema è anche l'impressione di un ricordo. E per me quella figura magra con i baffi fini, accompagnato ad una figura più bassa che non sta mai ferma, farà sempre venire alla mente un qualcosa di piacevole che non so neanche dire. Forse è solo un modo di tornare bambini. E per questo: grazie Ciccio.
di Renato Massaccesi
(30 Aprile 2003)
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