Atlantis: L'impero perduto
In "Atlantis" si respira l'atmosfera dei grandi film d'avventura insieme ad un certo retrogusto per la fantascienza ed il mistero. Alcuni potranno ritrovare all'interno della trama del film degli spunti, neanche molto pochi, presi da una nota serie televisiva giapponese: "Il Mistero della Pietra Azzurra", ma era già successo per "Il Re Leone", con Kimba. Al di la delle immancabili polemiche che sorgeranno sull'argomento, il lungometraggio Disney è realizzato in maniera eccellente. Innanzitutto il formato "Widescreen", decisamente anomalo per questo tipo di produzioni, poi il "cast" particolarmente numeroso che richiede un team di animatori altrettanto grande: il protagonista Milo Thatch, uno studioso fissato con il mito di Atlantide, la Principessa Kida (c'è sempre una bella principessa), erede al trono di Atlantide e suo padre il Re, il comandante Rourke, il fiero capo-spedizione, il tenente Helga Sinclair (ispirata a Elsa Schneider la nazi-dottoressa di "Indiana Jones e l'ultima crociata"), il braccio operativo della missione, Molière, Cantorini, Dolce, Ramirez e Packard gli specialisti operativi del gruppo.
La storia è ambientata nel '14. Milo Thatch, nipote di un famoso esploratore è convinto di conoscere l'ubicazione delle rovine della civiltà perduta di Atlantide, ma nessuno è disposto a credergli.
Improvvisamente un misterioso finanziatore decide di aiutarlo ed organizza una spedizione archeologica. Il viaggio verso Atlantide, però non sarà così facile come si pensava ed i nostri eroi dovranno fronteggiare terribili pericoli per arrivare a scoprire che gli atlantidei esistono ancora.

Una delle componenti più affascinanti di "Atlantis" è sicuramente legata alla tecnologia ed al design dei mezzi: dal gigantesco sottomarino, che ricorda il Nautilus di Verne, alla scavatrice a vapore. I creatori hanno creato un curioso ibrido che richiama mezzi altamente futuristici, ma che funzionano con principi e meccanismi dei primi del novecento. Anche i "costumi", se così si possono definire, sono a cavallo tra le divise militari delle truppe del Kaiser e quelle di ipotetici soldati del nuovo millennio.

Nel complesso un bel cartoon, senza canzoncine, che saprà affascinare si i più piccoli come i grandi, seppur per motivi diversi.

La frase: "Sei così magro che di profilo, con la lingua di fuori, sembri una zip."

Curiosità: l'impostazione grafica di Atlantide e di molti mezzi è stata curata dal cartoonist Mike Mignola ("Hellboy").

Indicazioni:
Un cartoon che non tradisce le attese.

Valerio Salvi

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