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Una casa alla fine del mondo
Per la serie i favolosi anni '70. Bobby (Colin Farrell - S.W.A.T.) e Jonathan (Dallas Roberts) crescono insieme nei sobborghi di Cleveland dividendo la solitudine, una vaga timidezza, la sensazione di essere sempre fuori posto e tanti spinelli. Bobby è un ragazzo solo, segnato da molte sofferenze così, in breve, Jonathan e la sua famiglia diventano un punto di riferimento costante. Quando quest'ultimo parte per il college, il ragazzo si adatta a fare il panettiere, ma un bel giorno, spinto da quel suo continuo bisogno di affetto e calore umano decide di trasferirsi a New York dall'amico di sempre. Qui si ritrova a condividere la casa non solo con Jonathan ma anche con la esuberante ed eccentrica creatrice di cappelli Claire. Il ménage a trois non si fa attendere, ma più che le complicazioni, da questo stravagante stile di vita i tre decidono di prendere il meglio...almeno fino a quando è possibile. Riadattato dall'omonimo romanzo del premio Pulitzer Michael Cunningham, il film si dipana con piglio scanzonato e leggero nonostante i temi trattati. L'universo gay, una visione del mondo alternativa, decisioni coraggiose e fuori dal comune trovano in questa pellicola ampio spazio. Non è assolutamente un film sui gay o per i gay, è un film che presenta un'altra faccia della realtà, una nuova dimensione dell'uomo, della donna e della famiglia. E' un attacco all'America che di questi tempi sta riscoprendo il suo spirito puritano (forse mai sopito), è un attacco ai perbenisti e a tutta quella fetta di società che continua a voler tenere gli occhi chiusi per non vedere a cosa conduce la bieca ottusità nella quale si ostina a vivere. Gli anni '80, fino a qualche tempo fa così bistrattati e malvisti da tutti, qui ci vengono mostrati in tutto il loro splendore kitsch, che provoca sempre un po' di nostalgia: capelli cotonati e coloratissimi, spalline smodate, arredamento e trucco esagerato. Le musiche, fra cui molti brani di Bob Dylan, Robbie Robertson e Steve Reich (Neil Young ha declinato l'invito perché non gradiva che le sue musiche si abbinassero a immagini "scabrose") forse ai tanti cultori potranno sembrare scontate, poco ricercate, a me invece hanno provocato una sorta di malinconia e forse anche un po' di nostalgia. L'interpretazione di Colin Farrell (nuova sexy icona gay) è buona, tanto da risultare credibile nei panni del ragazzotto bisognoso d'affetto, sfrontato e impacciato ma capace di cavarsela in ogni occasione. E non ce la sentiamo di dargli un brutto voto anche se la tanto attesa scena di nudo a quanto pare non solo non è stata tagliata ma non esiste neppure...
Teresa Lavanga
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