In the forest... Again
Un film sulle cose che cambiano o sugli uomini che cambiano e vedono le cose con occhi diversi. Quattro amici, ancora ragazzi, fecero una sorta di viaggio iniziatico in una foresta vicino Nuova Dehli. Un periodo indimenticabile dove nacquero amori, si consolidò un'amicizia e si gettarono le basi della vita futura. Trenta anni dopo gli amici sono rimasti in tre, uno di loro ha il cancro, un'altro ha una figlia ancora sconvolta per gli eventi dell'11/09, e decidono quindi di partire di nuovo alla volta della foresta che gli cambiò la vita, come se ripercorrendo quelle orme e lasciando la civiltà i loro affanni potessero magicamente sparire.
Così sembrerebbe, ma poi, lentamente, le realtà non restituisce l'immagine vivida nel ricordo e le cose prendono una piega ben diversa da quella sperata. Forse solo i figli, e nemmeno tutti, riescono a cogliere ancora qualche traccia della magia di un tempo, ma il cinismo e l'ipocrisia e il progresso hanno ormai cambiato tutto.
Dal film dell'indiano Goutam Ghose riceviamo un'immagine di un Paese apparentemente tranquillo, ma sottilmente lacerato dalle etnie e dalle classi sociali. Un Paese dove gli stessi indiani parlano un misto di inglese e dialetto locale, mischiandoli con estrema naturalezza, anzi spesso esprimendo emozioni forti proprio in inglese. Un Paese dove si canta molto come parte della spiritualità e dove è molto forte il senso della famiglia.
Inoltre troviamo anche con una bella riflessione: non sarebbe stato meglio un mondo dove il Blocco Sovietico non si fosse sgretolato almeno per non restare ora in un regime di unipluralismo?
Alla fine la pellicola ci lascia sicuramente qualcosa benché al prezzo di una bella punizione superiore alle due ore, in cui si svolge una trama che sarebbe potuta essere tranquillamente sviluppata in novanta minuti. Anche tecnicamente non si tratta certo di un gioiellino, il che ci da la sicurezza pressoché matematica che non lo vedremo mai in una sala. Pericolo scongiurato.
La chicca:
fermi in un prato, uno dei protagonisti imbraccia la sua fida chitarra ed inizia ad intonare una canzone di... Guccini!.
Valerio Salvi
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