Tris di donne e abiti nuziali
Il gioco d’azzardo è un problema di notevole entità per molte famiglie italiane. E’ una vera e propria droga, un miraggio che nelle intenzioni di chi decide di credervi può essere di volta in volta in grado di elargire ricchezze, prestigio sociale e la realizzazione dei propri sogni più nascosti. Come suggerisce il titolo di questo film di Vincenzo Terracciano, il tema principale è il gioco, le sue ramificazioni e le conseguenze nella vita di una famiglia colpita da questo terribile flagello. Sergio Castellitto interpreta Franco Campanella, un impiegato delle poste in pensione affetto dalla febbre del gioco. Con l’avvicinarsi delle nozze della figlia Luisa gli sforzi di questo "dannato" delle carte e dei cavalli si moltiplicano, con risultati prevedibilmente disastrosi. Tris di donne e abiti nuziali è una pellicola discontinua, non priva di punti di interesse ma punteggiata da alcuni difetti. I difetti sono rinvenibili in particolar modo nella sceneggiatura, in dialoghi non del tutto credibili e in una dilatazione dei tempi e delle inquadrature che conferisce a questo lavoro uno stile per certi versi simile alla fiction televisiva. I punti forti invece sono un lavoro discreto sulla direzione degli attori e una grande attenzione nel non banalizzare il fenomeno del gioco. In effetti i problemi sono presentati in maniera autentica: il protagonista, stretto nella morsa di un piccolo criminale locale, non pensa minimamente a cercare aiuto presso le forze dell’ordine, ma cerca di cavarsela da solo. Il principale pregio però consiste nel finale che deve essere considerato un monito per tutti i giocatori più o meno compulsivi: il gioco non può mai essere strumento di redenzione o il mezzo per un’irreale lieto fine. Il gioco è sempre una maledizione.

La frase: "Gioca la vita intensamente, nella gioia e nel dolore".

Mauro Corso

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