Tre mogli
"Tre Mogli" è un film che racconta la storia di tre donne abbandonate dai rispettivi meriti (tre impiegati di banca) che fuggono dopo aver compiuto una rapina miliardaria presso l'istituto in cui lavoravano.
Il film inizia con una ripresa di Campo dei Fiori a Roma, sotto un'insolita nevicata il giorno di San Silvestro e termina dall'altra parte del mondo, fra i ghiacci della Patagonia, sotto un pallido sole dell'estate degli antipodi.
In mezzo le tre mogli, Iaia Forte ("Libera", "Teatro di guerra") nei panni di Bianca classica casalinga ansiosa e depressa (assume Lexotan a cannella), Francesca d'Aloja ( "Il bagno turco", "L'ultimo capodanno") nel ruolo di Beatrice ricca ed elegante moglie del direttore della banca, e Silke (attrice spagnola) nei panni di Billie, vetero punk moglie giovane e sregolata, che iniziano e portano a termine la ricerca dei loro mariti. Ma quella che può sembrare la storia di una investigazione su dove si trovino i propri coniugi, diviene in realtà una analisi interiore alla ricerca dei malesseri che quotidianamente le tre donne hanno avuto davanti ai loro occhi ma che costantemente non sono riuscite, o hanno fatto finta, di non vedere.
La ricerca, allora, diventa fuga ed i ruoli si invertono. Le inseguitrici, sullo sfondo di un'Argentina presente e reale, si scoprono fuggitive, le prede, diverranno invece inani cacciatori.

In questo film colorato e rumoroso, scaturito da un soggetto di Silvia Napolitano, il regista Marco Risi ("Mery per sempre", "Ragazzi fuori", "Ultrà") affronta con buona lucidità le tematiche della fuga, in particolare della fuga al femminile (il cinema ne abbonda: basti ricordare "Thelma e Louise" e il nostrano "Pani e tulipani"). I dialoghi sono intelligenti ed interessanti, le riprese appropriate e significative. Il film, in alcuni frangenti un tantino didascalico, stenta all'inizio a decollare fino a trovare la sua giusta dimensione proprio con l'arrivo in Argentina dove tutti, attori e regista, sembrano muoversi con maggior libertà e disinvoltura rendendo la narrazione piacevole e frizzante, slegata da alcuni abusati stereotipi della nostra commedia. Come se, la ritrovata consapevolezza dei personaggi abbia giovato anche agli artisti, loro interpreti.
Buono il cast dove, oltre ad una sempre brava Iaia Forte, spicca la sorprendente Francesca d'Aloja che attinge dalla sua classe innata per rendere il suo personaggio drammatico ed altero, senza mai andare sopra le righe, privandolo di odiosi comportamenti macchiettistici. Fra gli attori, nel ruolo di Amedeo (anche lui troverà in Argentina la sua "dimensione"), c'è anche Greg, al secolo Claudio Gregori, che insieme a Lillo forma lo storico gruppo romano di "Latte e suoi derivati".
In definitiva, "Tre mogli" è un buon film, divertente ed utile che invitiamo tutti a vedere anche per poter godere di battute, illuminanti, come questa, pronunciata da Bianca dopo un rapporto con un insegnate di tango: "È bastata una scopata di dieci minuti per capire dieci anni di matrimonio."

Das

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