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The Tourist
Ci sono scene che non penseresti di vedere mai al cinema, nemmeno nella visione più alterata, nemmeno nella fantasia più sfrenata. In The Tourist vediamo Johnny Depp spingere in un canale Nino Frassica vestito da carabiniere. Come nella peggiore fiction italiana. The Tourist ha aperto le porte sull'incredibile e questo non è un complimento.
Ma facciamo un passo indietro. Florian Henckel von Donnersmarck è il premio Oscar per Le Vite degli altri, quel film sulle intercettazioni ambientato nella Germania Est comunista. Non sorprende dunque che l'unica scena più o meno riuscita del film si basi proprio sull'ascolto, sulla sorveglianza visiva e sonora. Il celebrato lavoro di von Donnersmarck era un film cupo, sotterraneo, cerebrale. Al regista teutonico dunque non sarà sembrato vero trovarsi di fronte a una sceneggiatura semplice, solare e sbarazzina. Qui però iniziano i problemi. The Tourist sembra una specie di spy story: A insegue B nella speranza che B lo porti da C, nella formula più lineare possibile. C'è una piccola variazione nel senso che C non sembra essere il vero bersaglio, ma poco importa. Il problema consiste nel linguaggio, un linguaggio da commedia mal riuscita che anziché intrattenere si trasforma presto in un passatempo fine a se stesso.
In altre parole, di carne ce n'è davvero poca, immersa in un mare d'acqua. Acqua veneziana ovviamente, malsana e ripresa fino allo sfinimento in una girandola di fashion e glamour, mescolata con tante glorie del cinema nostrano riprese nei camei più disparati (disperati?). Da un Neri Marcoré nel ruolo di concierge fino a un insolito Christian De Sica noir, ispettore di polizia.
Quello che resta sono un'Angelina Jolie addobbata di abiti e gioielli come una qualunque maliarda da televendita e uno spaesato Johnny Depp, ripreso a piedi nudi sui tetti di Venezia in una brutta imitazione di Jack Sparrow. Il resto è un cinepanettone modaiolo in cui il criminale per eccellenza si rivela, nel telefonatissimo finale, una bella persona per cui tutto è perdonabile. Quello che davvero non è perdonabile è questo stesso film, sbagliato dall'inizio alla fine, nonostante un brevissimo dialogo nel treno, di poco al di sopra della media.
La frase: "Tra poco arriva... deve arrivare per forza...".
Mauro Corso
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