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The Iron lady











Figlia di un droghiere, è stata il primo capo di governo di sesso femminile in Occidente, nonché il Primo Ministro britannico con il maggior numero di mandati del XX secolo.
Nata a Grantham nel 1925, è lei la donna di ferro del titolo: Margaret Thatcher, che vediamo ormai ottantenne e vedova nel corso dei primi minuti di visione, ma della quale seguiamo il percorso evolutivo, dalla nascita della passione per la politica alla morte del marito Denis, con il volto del veterano Jim Broadbent, attraverso il continuo alternarsi di presente e passato.
Percorso evolutivo destinato a passare per la gioia legata all’ammissione all’università di Oxford e le prime lotte alla Camera; fino al momento in cui, ormai importante figura mondiale di potere, lo stile della sua leadership diventa sempre più autocratico e, mentre le sue scelte politiche lacerano la nazione, i suoi frustrati ministri le si rivoltano contro.
Con la televisiva Alexandra Roach impegnata ad incarnare la donna da giovane e la grandissima Meryl Streep che le concede anima e corpo sia a sessant’anni che – ottimamente truccata da J. Roy Helland – nella versione anziana, una pellicola puntante principalmente e in maniera evidente sulla lodevole prova del cast; pur senza lasciare troppo celato l’apprezzabile lavoro svolto dalla regista Phyllida Lloyd, che già ebbe a sua disposizione Lady Oscar per "Mamma mia!", del 2008.
Infatti, basterebbe effettuare un paragone con un’operazione contemporanea e dall’argomento simile come "J. Edgar" di Clint Eastwood per poter affermare che, nello sfoggiare una regia capace di spaziare in maniera piuttosto disinvolta dalle situazioni venate d’ironia a quelle tragiche degli attentati, la Lloyd sia stata capace di ricavare un biopic decisamente più coinvolgente e riuscito del film diretto dal solitamente ineccepibile autore di "Mystic river" e "Gran Torino".
E, a rendere ancor più dinamico e tutt’altro che noioso l’insieme, contribuisce anche il buon uso della colonna sonora, ulteriore, probabile testimonianza di quanto appreso dalla cineasta grazie alla realizzazione del citato musical basato sulle canzoni degli Abba.

La frase:
"Io non ho intenzione di trattare con dei criminali e dei banditi".

a cura di Francesco Lomuscio

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