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Sulla mia pelle
La distribuzione estiva ci regala questo film di Valerio Jalongo già presentato a Torino nel 2003 e non ancora uscito nelle sale per vari problemi distributivi. Per prepararsi alla realizzazione il regista Jalongo ha svolto attività di insegnamento presso il carcere romano di Rebibbia, o come preferisce dire egli stesso di "collaborazione" alla scrittura creativa. E questa esperienza ha contribuito a dare molto materiale per questo Sulla mia pelle.
È la storia di Tony (Ivan Franek), detenuto in stato di semilibertà che si ritrova a dover riprogettare il proprio futuro in vista di una possibile, ritrovata libertà autentica. Bisogna però tener presente che non si tratta di un film sul mondo delle carceri e sull'istituto della semilibertà, o almeno non solamente. Il film di Jalongo ha l'ambizione di raccontare qualcosa sulla natura della libertà di tutti, anche di chi pur non essendone privato fisicamente non ha la possibilità di realizzarla in modo completo. Ivan Franek con la sua intensa interpretazione, fa di Tony una figura emblematica, conferendo al personaggio un carattere fanciullesco ed estraneo, quasi nella condizione di chi debba ricominciare a vivere, a relazionarsi con gli altri e ad amare imparando nuovamente a farlo. E al tema della libertà si associano altri motivi importanti, come le condizioni nelle carceri, la burocrazia, la presenza della camorra nel salernitano, l'usura, la paternità negata, nonché la riappropriazione della dignità. Oltre a Franek, contribuiscono a creare personaggi indimenticabili Donatella Finocchiaro, nel ruolo di imprenditrice coraggiosa e un po' ingenua, e il recentemente scomparso Mario Scarpetta nel ruolo di Sauro, detenuto con una fiducia totale nel potere della burocrazia.
Nonostante i molti motivi ed i diversi livelli in cui può essere letto, Sulla mia pelle resta però un film politico, nel senso più alto del termine. Descrive infatti un Italia ipocrita ed approssimativa nella realizzazione ( o mancata realizzazione) di istituti che dovrebbero essere riabilitativi, e che poi abbandona le imprese del meridione nelle mani della criminalità nonostante le buone intenzioni. L'Italia è l'unico paese d'Europa in cui esista la semilibertà, ma la carenza della rete assistenziale rende tale istituto quasi inefficace, visto che sono pochissimi gli ex detenuti che non ricadono nella spirale del crimine. E questo lo dicono le statistiche.
Sulla mia pelle uscirà in dieci copie in altrettante città, ed è comunque un film consigliato. Anche perché vista la situazione produttiva in Italia sarà sempre più difficile vedere pellicole come questa.
La frase: Credi di essere in libertà? Non sei in libertà!
Mauro Corso
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