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Suburban Mayhem
Cannes - Chi pensa che la giustizia trovi sempre la propria strada, prima o dopo che sia, dovrà convincersi qualora abbia fede, che solo il Padre eterno farà giustizia per Katrina.
Madre snaturata, egoista, suscettibile, sessuomane e appena diciannovenne, Katrina non è una ragazza come tante. Capelli corvini, forme burrose, minigonne, tacchi a stiletto e molto trucco, la fanciulla è forse giustificata nella sua follia da una madre e una nonna da reparto psichiatrico, ma nulla dovrebbe permetterle di passarla liscia quando decide di architettare l'omicidio del padre per ottenerne gli averi e evitare che i servizi sociali le portino via il pupo infante. Eppure.
Diretto da Paul Goldman e scritto dalla novizia Alice Bell, "Suburban Mayhem" è una delirante storia di blowjob (citiamo dalla stessa presentazione alla stampa del film!), soldi e follia in quel dell'Australia, una di quelle pellicole dalla onesta durata di un'ora e mezza, in grado però di sembrare senza termine, fino a lasciare lo spettatore boccheggiante sull'arena della sala cinematografica.
Quale il motivo d'esistere di una tale opera? Insegnarci che non è affatto scontato che il bene tronfi? Ricordare la mucciniana metafora per la quale le brave ragazze vanno in Paradiso mentre le altre ovunque? Quale che sia il motivo, è spiazzante trovare film di questo taglio in una competizione ufficiale del Festival di Cannes. Gratuito nella sua volgarità, pedissequo nelle finte interviste che ricostruiscono la vicenda a posteriori, sostanzialmente inutile alla storia della cinematografia.
Per quanto i due protagonisti Emily Barclay (Katrina) e Michael Dorman (Rusty), siano due giovani di merito, perfettamente calati in ruoli profondamente caratterizzati, "Suburban Mayhem" non decolla mai, cerca di guadagnare i favori dello spettatore a forza di musica assordante, fughe su macchine rombanti e disperazioni nichiliste che hanno sempre "appeal".
Tra tocchi grotteschi, ironici e smaccatamente violenti il terzo lungometraggio di Goldman giace nella sezione di "un certo riguardo" a Cannes 2006, da dove forse vale la pena augurarsi non riemerga mai.
La frase: "Vaffan***o!"
Valentina Pieraccini
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